170 volpi salvate da un allevamento di pelliccia, trasferite in un monastero buddista
Gli allevamenti di animali da pelliccia sono una piaga che andrebbe eliminata all’istante. Questi poveri animali vengono costretti a vivere una vita di sofferenze e stress, privandoli del loro habitat naturale, solamente per ricavarne la loro pelliccia che andranno poi a rivendere per lucrarci su.
Fortunatamente esistono persone di buon cuore che combattono ogni giorno contro questa ingiustizie, schierandosi dalla parte degli animali e trovando loro una soluzione, come BoHe, uno dei volontari in Cina che ha aiutato a liberare 170 volpi da un allevamento di pelliccia. Questi animali ora si trovano all’interno di un monastero Buddista, al sicuro.
Gli allevamenti da pelliccia degli animali purtroppo sono molti, e sembrano non volerne sapere di smettere con questa atroce attività. Karen Gifford, grande attivista per gli animali, ha passato le ultime settimane a documentare un salvataggio di 174 volpi da un allevamento di animali da pelliccia, in Cina.
BoHe, uno dei volontari che hanno collaborato in questa magnifica impresa, gestisce un santuario di cani che ospita ben 2400 cani, molti dei quali sono stati salvati da allevamenti per il commercio della carne.
L’allevamento che possedeva queste volpi era pronto per chiudere i battenti, dato che non aveva più molte entrare, e quindi doveva smaltire le volpi rimaste.
Una nuova vita
I residenti del giardino buddista di Jilin a Mudanjiang, dopo essere venuti a conoscenza di questa cosa, si sono subito mobilitati per mettere in salvo questi poveri animali. Così hanno deciso di dar loro una casa, ospitando tutte le volpi nel loro monastero.
Nel profilo Facebook di Gifford, possiamo vedere la scena delle volpi che arrivano nel monastero. Nei giorni a seguire, ha pubblicato aggiornamenti sullo stato delle volpi, mostrando come stavano i loro primi passi all’interno del monastero, finalmente al sicuro. Gifford sta anche raccogliendo fondi per comprare del cibo a queste volpi, che resteranno in questo monastero fino a quando i volontari non avranno costruito un vero e proprio rifugio per loro.