Il cane continua a tornare in quel punto. Sotto di lui, coperto di terra e detriti, c’è quello che lui ama di più al mondo.
La notizia recente delle due potentissime scosse di terremoto in Messico ha lasciato tutti sbigottiti. Distruzione, morte e dolore sono le parole che accompagnano questi due eventi di grande vastità. Fra tante storie tristi, ce n’è una che racconta l’amore e la fedeltà di un cane.
La prima delle forti scosse di terremoto che ha colpito il Messico, conta già 300 morti e l’imperativo, per i soccorritori, è quello di lavorare senza sosta per cercare di salvare il maggior numero di persone. Tra i soccorritori ci sono anche tanti cani eroi che aiutano nel lavoro della ricerca, oppure singoli che salvano o attendono un amico. Questa è la storia di Jacinto, un cucciolo di Atzitzihuacan, che ha perso il suo proprietario dopo il terremoto.
La casa di Jacinto e il suo padre umano Trinidad, un 97enne, è stata completamente distrutta e l’uomo è rimasto sotto le macerie. il suo cane però, non lo vuole abbandonare neppure da morto e veglia costantemente l’ammasso di macerie sotto cui è sepolto Trinidad. I soccorritori continuano a spostare il cane , per metterlo in sicurezza ma lui ritorna lì, nello stesso punto e attende. Attende di poter rivedere per l’ultima volta il suo amato umano, attende di avere l’amara conferma che lui era proprio là, nella sua casa ed è rimasto sepolto.
Uno dei testimoni racconta: “Per quanto lo abbiamo spinto via per permetterci di continuare a togliere i detriti, lui tornava a riposare proprio nel luogo in cui il suo maestro di 97 anni ha perso la sua vita. Questa è la più grande prova d’amore e di fedeltà di un cane al suo papa defunto “.
La moglie di Trinidad si è salvata e fa compagnia a Jacinto nella speranza che il corpo del marito venga ritrovato per potergli dare una degna sepoltura su cui piangere il dolore. La storia di Jacinto è diventata virale e grazie a questo presto Antonieta, la sua madre umana e il cane avranno una casa nuova dove poter riprendere la vita e superare la grande perdita.