Siamo a Bari. Un’infermiera viene licenziata perchè soccorre un gattino abbandonato. Parte la mobilitazione degli indignati, contro questo assurdo provvedimento.
Siamo a Bari e la storia che stiamo per raccontarvi vede protagonista un’infermiera di una casa di cura per anziani.
La donna è stata licenziata per aver preso con sè, sul posto di lavoro, un piccolo micetto. L’azienda spiega che questo gesto poteva mettere a rischio l’incolumità dei pazienti. Il gatto poteva diffondere malattie.
La donna, dal canto suo, voleva semplicemente compiere una buona azione.
Il pullmino dove la donna ha portato il gatto trasportava anziani malati di Alzheimer.
La donna racconta la vicenda: “L’ho trovato in una scatola di cartone, era sicuramente stato abbandonato. Era magrolino, mi guardava e miagolava dalla fame. Non riuscivo proprio a lasciarlo lì, stava a malapena sul palmo della mia mano. Non sono un veterinario ma non mi sembrava avesse la rogna!”
“Ho chiesto così alla dottoressa se era possibile tenerlo, me ne sarei occupata e l’avrei lasciato in giardino ma la risposta è stata categorica: no, non sappiamo da dove provenga, riportalo dove l’hai trovato!”
“A malincuore, ma non ho potuto fare altrimenti!” dice Patrizia.
L’infermiera, senza figli, nubile, a carico una mamma di 87 anni con problemi di salute, si è ritrovata protagonista, di una vera e propria storia che ha mobilitato centinaia di persone.
Il giorno dopo l’accaduto, Patrizia ha riceuto a casa una lettera di sospensione dal lavoro, cui è seguita l’audizione delle sue ragioni prevista dalla legge. Il giorno del colloquio però, non ha convinto il presidente della cooperativa che si è trovato costretto a licenziarla.
I nonneti a bordo erano entesusiasti della situazione. Esclamavano tutti quanto fosse bello! Così Patrizia ha terminato il giro con il gattino a bordo. Alla fine del giro una graziosa nipote di uno dei pazienti ha richiesto di tenere con sè il micetto, l’hanno chiamato “Trovatello”
Patrizia a quel punto era serena, non immaginava potesse accaderle tutto questo. Dalla direzione sanitaria della casa di cura confermano il racconto della donna. Ma il presidente resta convinto del suo provvedimento. Secondo il presidente la situazione poteva degenerare, è stato troppo rischioso.
In conclusione: è partita una raccolta di firme a favore di Patrizia rilanciata su un sito di petizioni online. Le adesioni sono già altre le mille. I legali della donna hanno presentato il ricorso.
Speriamo che tutto si concluda per il meglio.
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