‘E’ scappato di casa, quell’uomo l’ha trovato e l’ha portato all’inferno. Quelli che si fanno chiamare volontari lo hanno ucciso dopo 3 ore. Alla mia pretesa di spiegazioni, hanno inventato una storia assurda. Il problema è uno, la colpa è mia, ho fatto un errore con Capone che non mi perdonerò mai. Vi prego non fatelo anche voi’
Questa storia ci arriva dal Michigan e ci ha fatto arrabbiare, ci ha spezzato il cuore. Siamo indignati mentre scriviamo queste poche righe con cui vi raccontiamo l’assurdo episodio che ha sconvolto la vita di un uomo. E’ accaduto tutto in solo giorno, tutto in fretta, tutto in modo surreale. Serafin Montoya è un uomo che vive nella città di Fenton, in Michigan. Un giorno, il suo anziano cane di 16 anni di nome Capone si è allontanato da casa. Serafin se ne è accorto dopo un po’ e ha iniziato a cercarlo per tutto il quartiere.
Nel frattempo, parallelamente, un buon samaritano di nome Todd MacDonell, amante degli animali, mentre camminava ha incrociato Capone. Ha notato subito che era stanco e soprattutto che aveva il collare, così ha deciso di portarlo dal veterinario per scoprire chi fosse il suo proprietario. Purtroppo, errore troppo comune, Capone non aveva il microchip e nessuno poteva aiutarlo. Non avendo la possibilità di tenerlo, l’uomo lo ha portato al rifugio della città, il Genesee County Animal Control Shelter. Lì i volontari gli assicurarono che si sarebbero presi cura del vecchietto finché lui non avrebbe trovato la sua famiglia.
Arrivato a casa Todd ha caricato su Facebook una foto di Capone, raccontando l’episodio e chiedendo più condivisioni possibili, affinché riuscisse a trovare il suo umano. Quando si vive in una città, è molto facile conoscere una persona, infatti, dopo solo 3 ore, la foto è arrivata a Serafin. L’uomo felice è saltato in auto e si è recato al rifugio. C’era solo un problema, era troppo tardi, Capone si era spento per sempre.
Serafin arrabbiato e con le lacrime agli occhi, ha preteso immediate spiegazioni e ha chiamato la polizia. L’associazione aveva tolto la vita all’anziano cagnolone con l’eutanasia, l’iniezione letale. Il direttore ha affermato che non aveva avuto scelta: “E’ stata misericordia per il povero cane. Era fragile, aveva una paralisi parziale delle zampe posteriori. I nervi della colonna vertebrale avevano perso le loro funzioni. Urlava a causa del lacerante dolore che trafiggeva il suo corpo.”
Una dichiarazione subito smentita dalla testimonianza dell’uomo che lo ha trovato. Todd ha raccontato che Capone non urlava affatto, anzi, si è lasciato accarezzare senza mostrare diffidenza. L’unica cosa che quel cane aveva è che era confuso, probabilmente non sapeva come tornare a casa. Inoltre, il protocollo standard dei rifugi obbliga a quest’ultimi di tenere un cane per minimo 7 giorni, anche prima di darlo in adozione.
Todd ma soprattutto Serafin sono rimasti sconvolti dall’episodio. Il buon samaritano vive con il senso di colpa, si ritiene responsabile di aver portato Capone lì ma se avesse avuto il chip tutto ciò non sarebbe accaduto. Serafin è distrutto dal dolore, ha sporto denuncia e adesso aspetta, con il cuore a pezzi che sia fatta giustizia. Noi ci auguriamo che per una volta la cosa non venga sottovalutata solo perché si tratta di un cane. Vogliamo dire a Serafin che siamo con lui, di non mollare e continuare a gridare. Vogliamo unirci al suo grido, vogliamo giustizia! Condividiamo, arriviamo a quest’uomo, ricordatevi che la forza del web è potente. Siamo anche disposti ad aiutarti con una petizione, fai tutto il possibile Serafin ma non mollare! NON MOLLARE!
Vi lasciamo al video originale, in cui potete vedere due volti affranti dal dolore: