‘Il mio nome è Roxy. Sono vecchia e sono oramai un peso. Sapete, le mie gambe non reggono e il mio pelo è scolorito. Quindi voglio dirglielo: mamma io ti capisco e ti perdono per quello che mi hai fatto quella mattina. Adesso sono pronta a fare ciò che tu desideri’
“Il mio nome è Roxy ed ho 11 anni. Peso 48 libbre ed ho il cuore a pezzi. Sapete ho vissuto una vita bellissima, nonostante tutto quelle persone mi hanno amata da quando avevo un anno e adesso non li critico per il loro gesto. Ormai ero solo un peso. Sono invecchiata, le mie gambe non reggono più, mi stanco subito e diciamolo, pelle flaccida e pelo scolorito. A voi piacerebbe un cane così? La mia bellezza è oramai sfiorita…
Quella mattina mi hanno detto: ehi andiamo Roxy, dobbiamo andare in un posto. Non mi ci avevano mai portato prima. La prima domanda che mi sono posta è stata: perché ci sono tutti questi cani? Li sentivo abbaiare, se ne stavano dietro a delle gelide sbarre. Qualcuno era arrabbiato, qualcuno era triste e qualcuno stava morendo. Sentivo il fetore dei gatti ma non riuscivo a vederli… quella donna si è avvicinata, ha preso il mio guinzaglio e mi ha allontanato dalla mia mamma. Ricordo di aver puntato le zampe a terra e di essermi girata a guardarla. Lei aveva sul viso un’espressione dispiaciuta ma mi ha ignorata, poi si è girata verso un altro ragazzo e gli ha detto: ‘vorrei un gattino’.
Quella grata si è chiusa davanti a me e da quel giorno ho vissuto tra le grida sofferenti di centinaia di cani. Riuscivo a percepire il loro dolore, a sentirli mentre gridavano: mamma perché mi hai fatto questo? Papà torna a prendermi… dove sei… il loro dolore si fondeva con il mio…
La mattina seguente quella donna si è avvicinata. E’ entrata e ha cercato di toccarmi. Ero terrorizzata ed era tutta colpa sua, mi aveva allontanata dalla mia mamma. L’ho aggredita. Ho visto la paura nei suoi occhi. E’ andata via, ha chiuso la porta e mi ha guardato triste dalla grata. Lei non c’entrava nulla, ero stata cattiva, quello era il suo lavoro. L’ho aspettata il giorno dopo, è entrata, mi ha lasciato la ciotola e mentre stava andando via, mi sono avvicinata a lei, si è inginocchiata e mi ha abbracciato forte. Lei mi capiva, sapeva quello che provavo ma non poteva fare nulla.
E’ stato un po’ più facile da quel giorno, avevo un’amica. Ma la fame non tornava e il mio cuore non guariva. Mamma non mi hai nemmeno detto addio ma voglio farlo io. Voglio dirti che nonostante tutti io ti capisco e ti perdono. Ora che lo sai, io sono pronta. Adesso posso chiudere gli occhi. Ciao mamma.”
Questa commovente storia ci mostra una sola cosa, la sofferenza di un cane abbandonato, sostituito solo perché anziano. Ci mostra il terrore e come gli animali perdono la fiducia nell’essere umano. Ci mostra che loro, nonostante il dolore che gli causiamo, ci saranno fedeli per sempre, anche dopo la morte a cui noi stessi li abbiamo condannati. Auguro a tutti di essere felici con il nuovo giocattolo e che quando saranno anziani, anche i loro figli li abbandonino come vecchi rottami, in una casa di riposo, a morire da soli. A voi piacerebbe? Beh pensateci… e poi così diverso? Ve lo dico io, NO!