Francesco Facchinetti difende un cane colpito dal sui proprietario. Voi cosa avreste fatto al posto suo?
La notizia ha fatto il giro dell’web: Francesco Facchinetti ha deciso di punire un uomo che stava colpendo un cane. Lo dice lui stesso in un post del 13 giugno sulla sua bacheca Facebook. Questo post ha scatenato una polemica infinita. Attualmente il post ha 56 mila mi piace e più di 4100 condivisioni.
Partendo dalla premessa che non è mai una buona idea punire la violenza con violenza e ricordandoci che, facendo così, si rischia di passare dalla parte della ragione alla parte del torto, vorremo comunque soffermarci su quello he Francesco ha fatto.
Le sue esatte parole sono state queste:
“Ieri alle 15 passavo per Cabiate e mentre ero fermo al semaforo mi sono accorto che un signore sul marciapiede stava inferendo dei colpi al suo cane. Sarà stato il caldo ma non c’ho visto più e col mio fare bergamasco ho fatto a lui quello che lui aveva fatto al cane! Prenderò una denuncia ma non me ne frega niente… Lo rifarei altre mille volte.”
Adesso, lasciando da parte la simpatia o l’antipatia che uno può avere per un personaggio pubblico come Francesco Facchinetti, vogliamo dire un po’ la nostra su quello che lui ha fatto. Quante volte assistiamo a scene di violenza nei confronti degli animali senza nemmeno provare a intervenire? E quante volte avete provato a intervenire chiamando le forze dell’ordine o gli organi preposti che non hanno risolto nulla? La vostra risposta la sappiamo già: TANTE. Ecco perché, chi ama gli animali, spesso, prova a percorre le vie legali e trova davanti a se un muro. Ed è a quel punto che si prendono le vie traverse.
Probabilmente questa è stata anche la causa che ha scatenato la reazione di Francesco. Probabilmente non è stata la sua migliore decisione ma crediamo che l’uomo che ha ricevuto la lezione ci penserà due volte prima di toccare di nuovo il suo cane.
Si dice che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Cerchiamo di ricordarcelo sempre e agire di conseguenza.