Hanno rubato un cane maltrattato per salvarlo
Sappiamo che non è facile vedere un cane che soffre e non poter intervenire. Spesso succede che i nostri amici a 4 zampe incontrino le persone sbagliate nelle loro vite. Se un cane ha un padrone non significa necessariamente che ha anche una bella vita. Molti, infatti, considerano i cani solo uno strumento, da usare per difendersi dai ladri o un modo per arricchirsi (vedi gli allevatori senza scrupoli o quelli che organizzano i combattimenti).
Le persone così non sanno che un cane significhi molto di più e, di conseguenza, li trattano male e senza rispetto. E chi, come noi, ama gli animali, vedere un cane che soffre è doloroso. Questo è quello che è successo a Tacoma, nello Stato di Washington.
Il cane protagonista di questa storia è Kiki, una meticcia che viveva in un cortile, legata con una catena che le aveva fatto delle ferite profonde intorno al collo. I vicini di casa avevano notato che la cagnolina stava letteralmente morendo di fame e che era malata e debilitata. Hanno deciso di intervenire ma, a quando sembra, hanno scelto la strada sbagliata.
Si sono organizzati e, in una notte, sono entrati sulla proprietà dell’uomo che teneva Kiki prigioniera e l’hanno rubata, portandola in un centro che si occupava del soccorso degli animali randagi. Ed è stato proprio questo il loro errore.
Non solo non sono riusciti a salvare Kiki ma hanno reso la situazione molto più difficile per le autorità. Questo perché a Washington, se non sei il proprietario di un cane e lo porti in un rifugio o presso la sede di un’associazione di volontari, loro sono tenuti a restituire il cane al suo legittimo proprietario a meno che non abbiano un mandato firmato dal giudice o che non siano n possesso di prove che l’animale sia maltrattato.
Le autorità stanno ancora indagando su questo caso ma noi ve lo abbiamo raccontato per mettervi in guardia in caso decideste di intervenire in una situazione come questa. Possiamo consigliarvi di fare tre cose per tutelarvi:
1. Scattate foto e/o raccogliete prove che documentano i maltrattamenti
2. Spedite le prove raccolte a un ente che si occupa della tutela degli animali
3. Contattate gli organi di vigilanza locali: vigili urbani, polizia o le sedi territoriali dell’ENPA. Se doveste avere delle domande, chiedete l’aiuto di uno dei tanti volontari che operano sul territorio. Loro sapranno sicuramente come aiutarvi!