Cagnolina a cui sono state tagliate le corde vocali per impedirle di abbaiare è fuggita da un incubo
La storia risale al 2016 e racconta del cane numero 143 ci ha fatto commuovere e crediamo che raccontandola qualcuno potrebbe decidere di non comprare il suo prossimo amico ma adottarlo in un canile.
Siamo in Taiwan, in uno dei tanti allevamenti di cuccioli di razza. Il cane numero 143 (la cagnolina, perché era una femminuccia) è nato in quel allevamento. La gabbia dove viveva con sua madre e con i suoi fratellini era piccola, sporca e fredda.
E lei piangeva, sempre, spesso, troppo. Ecco perché un giorno alcune mani l’hanno afferrata e le hanno fatto una puntura per addormentarla. Poi l’hanno portata in una stanza sporca e le hanno reciso e corde vocali.
Lei è cresciuta e, mentre i suoi fratelli sono spariti uno dopo l’altro, alcuni morti e altri venduti nei negozi di animali, lei è rimasta nell’allevamento per sfornare cuccioli. E quando è diventata troppo vecchia per “produrre” cuccioli, l’hanno portata e lasciata in un canile ad alto tasso di mortalità (sono quei canili che sopprimono i cani definiti non adottabili quando i posti si esauriscono).
Tutto quello che le hanno dato in questo canile era una collare pesante in metallo con una targhetta enorme dove era inciso in suo nome: il numero 143.
Ma a volte i miracoli accadono e anche il grido d’aiuto dei cani senza voce può essere sentito. Johanna Quinn, una volontaria che collabora con un’associazione animalista chiamata Heart of Taiwan Animal Care, l’ha vista all’interno di questo canile. Ha organizzato un viaggio per lei e per tutti gli altri cani che erano ormai nel braccio della morte in Canada con l’aiuto di un’altra associazione, Eleven Eleven Animal Rescue.
E durante in viaggio il numero 143 ha finalmente ricevuto un nome: Akiko, che significa “luccicante, lucente”. E da lì a poco Akiko ha accesso un raggio di sole nel cuore di una donna canadese.
Kimberley Ann Barley aveva dato la sua disponibilità ad ospitare i cani che provenivano dai rifugi, in attesa di trovare una casa. Le avevano detto che una femmina di chihuahua proveniente dal Taiwan aveva bisogno di un passaggio dall’aeroporto e di uno stallo a breve termine. Barley l’ha portata a casa sua dove Akiko ha dormito per tanti giorni di seguito, svegliandosi solo per andare a fare i suoi bisogni.
Kimberley Ann Barley
“Aveva degli occhi dolcissimi che sembravano fuoriuscire dalla sua testa. Era pelle e ossa e su alcune zone le mancava il pelo. Aveva la filaria e alcuni denti marci che le sono stati tolti. Non aveva paura di me. Voleva starmi vicina e tra noi si è creato subito un legame indistruttibile.”
Kimberley Ann Barley
Dall’inizio Akiko ha capito che quella sarebbe stata la sua casa. Barley ci ha messo un po’ a capirlo. Aveva una vita piena di impegni e non pensava fosse compatibili con il fatto di avere un cane.
Kimberley Ann Barley
“L’ho portata a conoscere potenziali adottanti e ogni volta che qualcuno riempica il form per l’adozione mi veniva da piangere. Ho capito in quel momento che non potevo lasciare Akiko andare via”
Adesso Akiko o Kiko, come la chiama la sua nuova mamma ha una vita meravigliosa in Canada.
Kimberley Ann Barley
Barley ha raccontato che si era innamorata di lei quando l’ha vista con quel numero enorme al suo collo fragile: #143… “ho pensato… come gli animali da macello”
Ed è così che una condannata a morte con le corde vocali recise ha trovato la sua casa per sempre diventando un’ambasciatrice di tutti quei animali senza voce che non hanno nessuno!