Stavo sempre con lui. Dormivo per strada perché altrimenti avrei dovuto lasciarlo fuori da solo e non volevo. Il mio Totò mi manca da morire!
Viaggio spesso per lavoro e 2 giorni fa stavo tornando da Milano. Avevo preso il treno e, arrivato alla stazione. ho deciso di fermarmi per prendere un caffè. Davanti al bar su una panchina c’era un uomo. Mi ha attirato il suo sguardo triste e mi sono avvicinato. Gli ho chiesto se potevo offrirgli un caffè e fare due chicchere. Qualcosa mi diceva che aveva bisogno di parlare e che si sentiva molto solo.
Ha alzato la testa e mi ha detto che non voleva nulla… ma che se non mi dispiaceva avrebbe preso i soldi del caffè se non mi dispiaceva. Sono rimasto un attimo a pensare… forse aveva dei problemi e gli serviva un aiuto per comprarsi da mangiare. Gli ho detto che mi avrebbe fatto piacere se mi raccontava qualcosa di lui.
Non aspettava altro. Aveva così tanto bisogno di parlare…
“Mi chiamo Giovanni e ho 61 anni”, mi disse.
“Sette anni fa ho perso il lavoro, la casa e i miei risparmi. Faccio fatica a tirare avanti ma poco dopo aver perso tutto ho trovato un cane randagio. All’inizio gli ho dato qualche pezzettino di pane e ha cominciato a seguirmi. L’ho chiamato Totò. Siamo diventati inseparabili. Stavo sempre con lui. Dormivo per strada perché altrimenti avrei dovuto lasciarlo fuori da solo e non volevo. Mangiavo alle mense per i poveri e lui mi aspettava tranquillo fuori. Gli portavo sempre qualche cosa dalla cucina.
Totò non mi ha mai tradito. Non mi ha mai deluso. Non mi ha mai abbandonato. La gente pensava che era lui ad avere bisogno di me ma la verità è che ero io quello che aveva un bisogno disperato di lui. Gli anni sono passati e Totò, che non era un cucciolo quando l’ho trovato, era diventato anziano. Un giorno ha deciso che era arrivata l’ora di mettere le ali ed è volato via. Si è spento tra le mie braccia. Ho pianto tanto… ancora adesso piango quando penso a lui. L’ho seppellito vicino a un ponte, dove andavamo spesso a dormire. E lo vado a trovare tutti i giorni e, quando posso, gli porto un fiore. Non ho bisogno di soldi per mangiare, perché mangio alla mensa dei poveri.
Ma vorrei comprargli una rosa…”
La sua voce si è interrotta… aveva un nodo alla gola. Anche a me mi veniva da piangere. Gli ho detto di seguirmi. Sono entrato con lui nel negozio che vendeva fiori accanto alla stazione e ho detto alla fiorista di farmi un mazzo di rose. Ho pagato i fiori e li ho dati a Giovanni. Poi lui è andato dal suo amato Totò mentre io sono tornato a casa… dove ho abbracciato a lungo il mio Milo… il mio amico a 4 zampe.
Vi ho raccontato tutto questo per dirvi di stare il più possibile con i vostri cani… abbracciateli, amateli… perché la loro vita è più corda della nostra… non perdete nemmeno un attimo con loro perché sono momenti preziosi.