Ha atteso per 15 anni il ritorno del suo umano. La storia di Fido, l’Hachikō italiano
Il nome Fido viene dato oggi a tanti cani ma pochi sanno che questo nome viene associato alla fedeltà e alla lealtà. Tutto è partito da Borgo San Lorenzo, un piccolo comune toscano. Un uomo, Carlo Soriani, operaio di Luco del Mugello, aveva adottato un cane, un incrocio di Pointer inglese, e lo aveva chiamato Fido. Il cane lo accompagnava tutti i giorni alla corriera che da Borgo San Lorenzo lo portava al lavoro tutti i giorni.
Aspettava che l’omo partisse e poi ritornava a casa. La stessa strada la faceva anche nel pomeriggio per aspettare il suo amico umano e insieme tornavano a casa. Ma Carlo morì, purtroppo, nel 1943, durante un violento bombardamento. Fido non ha mai smesso di aspettarlo. Nei prossimi 14 anni, è tornato circa 5000 volte ad aspettare la corriera.
Esattamente come il suo simile Hachikō, Fido non ha mai smesso di sperare che il suo umano ritorni a casa. Scrutava tra i viaggiatori sperando di incontrare di nuovo Carlo. La città intera lo conosceva e lo amava. Fido morì il 9 giugno del 1958. Lo trovarono due scolari verso le 16 del pomeriggio steso sul ciglio della strada.
La signora Soriani, la moglie di Carlo, cominciò a piangere appena le raccontarono l’accaduto. Un anno prima, nel 1957, Fido era stato insignito dal sindaco di Borgo San Lorenzo di una medaglia d’oro nel 1957. Gli fu dedicata anche una statua in bronzo. Sopra c’era una scritta: “A Fido, esempio di fedeltà”.
Da allora, ogni volta che diamo il nome Fido a un cane non possiamo fare a meno a non mandare un pensiero Fido che ha dimostrato di essere fedele al suo umano per 14 lunghissimi anni dopo la sua morte. Gli animali sono straordinari e il loro amore verso di noi oltrepassa i confini della morte. In seguito vi invitiamo a vedere un video dell’epoca che parla di lui, del cane più fedele d’Italia.