Ecco la baia di Taiti, dove ogni anno avviene la brutale mattanza di 2000 delfini. Una bambina di 7 anni si ribella, aiutiamola firmando la petizione…
Un altra disumana tradizione dove a pagare sono sempre gli animali. Questa volta si parla di delfini, molti già conoscono la Baia di Taiji, famosa perché una volta all’anno le sue acque si tingono di rosso, per la carneficina che avviene durante la mattanza brutale dei delfini e quei pochi mammiferi che riescono a salvarsi finiscono vengono mandati in acquari e zoo. L’uno settembre apre la caccia ai delfini, questi vengono radunati e diretti verso la baia di Taiji dove poi vengono intrappolati e massacrati circa 2000 delfini. E’ chiamata anche “la baia della morte” o “la baia della vergogna”.
La piccola Imogen, ha solo 7 anni ed è la volontaria più giovane di un’associazione che si batte per evitare lo sterminio di migliaia di delfini, l’associazione Dolphin Project. Imogen ha scritto una lettera al sindaco di Taiji e si è recata sul posto con lo scopo di farsi ricevere dal sindaco e leggergli la lettera. La piccola è partita accompagnata dalla madre e tutto è andato meglio del previsto infatti appena arrivati sul posto, il sindaco li ha ricevuti in pochi minuti e ha dedicato loro quasi mezz’ora.
“Ho detto al sindaco che si potevano fare i soldi anche senza uccidere i delfini, ovvero i cacciatori potevano acquistare delle barche e portare i turisti in giro per vedere da lontano i mammiferi, facendogli pagare un biglietto, ma senza far male a nessuno”, ha spiegato Imogen.
Dopo che Imogen ha letto la sua lettera al sindaco, lui ha risposto: “Non è nella mia facoltà la possibilità di fermare la caccia perché il governo giapponese ha dato i permessi, quindi i pescatori non stanno infrangendo la legge. Questo è il loro lavoro e un mezzo per guadagnarsi da vivere. Tutto quello che posso fare è fare in modo che essi non infrangano la legge uccidendo o catturando delfini in via d’estinzione o che sono a rischio di sopravvivenza. Solo allora potrò punire chi non rispetta le regole”.
Il sindaco ha anche regalato a Imogen una borsa con un delfino e una balena disegnati.
“E’ stato molto disponibile, quello che doveva essere un incontro di cinque minuti è stato invece un dialogo di oltre venti. Il sindaco ha letto la lettera grazie a l’aiuto di un traduttore, soffermandosi sulle parole di Imogen su quanto fosse sbagliato uccidere i delfini”, ha detto Vicki Kiely la mamma di Imogen.
Sembra che qualcosa si stia muovendo a causa delle pressioni che gli animalisti stanno facendo contro questa caccia.
Cosa possiamo fare noi
Sul sito del Dolphin Project ci sono alcuni suggerimenti su come contribuire, nel nostro piccolo, al cambiamento.
1) Non comprare più biglietti per gli spettacoli dei delfini
2) Firmare la petizione per fermare la violenza sui delfini
3) Guardare il documentario The Cove o Blackfish per comprendere a pieno il problema
4) Supportare il progetto per salvare i delfini attraverso una donazione