Terremoto, allevatori in ginocchio: “i nostri animali muoiono, sono isolati e senza stalle”
A 5 mesi dal primo terremoto che ha colpito il centro Italia, le vittime delle ultime scosse con epicentro vicino ad Amatrice, sono gli allevatori con i loro animali. Nonostante la situazione tragica, molti allevatori sono rimasti nella zona di Arquata del Tronto. Persone che possiedono animali tra la località di Spelonga e Colle di Arquata e che vivono in container per poter accudire i loro animali, adesso si ritrovano bloccati e i loro animali rischiano di morire di fame e di freddo. Non solo le scosse ma anche la neve, molte vecchie stalle sono crollate e quelle costruite dopo il primo violento sisma, sono fragili a causa del peso della neve e delle nuove scosse.
Nella Valnerina gli allevatori stanno vivendo la stessa situazione e lanciano un appello.
“Siamo sommersi dalla neve, dobbiamo raggiungere le frazioni isolate e portare da mangiare agli animali. Aiutateci”
Coldiretti espone dati molto preoccupanti:
“una nuova strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo. Si stima – sottolinea la Coldiretti – che appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state completate fino a ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse”.
L’Enpa interviene sull’emergenza:
“Finalmente è stato disposto un rafforzamento della presenza dell’Esercito nell’area del sisma – si apprende in un comunicato – Stiamo chiedendo con forza non solo per ripristinare le vie di comunicazione ma anche affinché il Genio militare costruisca le stalle per gli animali, superando così tutti i problemi burocratici che hanno avuto solo l’effetto di far morire di freddo centinaia e centinaia di animali. In seguito all’ultimo sciame sismico, per quasi un’ora si sono persi i contatti con quindici allevatori di Arquata, andati come tutti i giorni in zone rosse per alimentare i loro animali. Per evitare ulteriori problemi e per non aggravare l’emergenza ancora di più, ma soprattutto per non mettere ulteriormente a rischio l’incolumità di persone e animali, si dia all’Esercito il compito di costruire tempestivamente le stalle”, conclude l’Enpa.