“Ma che razza di animale è? Queste sono state le mie parole quando l’ho vista! Ho aperto la gabbia per farla uscire, ha iniziato a girare velocemente su se stessa, sembrava impazzita. Poi ho capito cosa stesse facendo e ho capito anche cosa c’era sotto a quello schifo”
“Mi hanno telefonato di questo allevamento abusivo di cani di razza ma quando sono arrivata avevano svuotato tutto. Forse una soffiata e non li ho beccati. La struttura sembrava adagiata proprio per quello ma avevo perso la mia occasione. Poi… mentre stavo andando via, ho sentito dei lamenti, provenivano dal piano inferiore. C’era una specie di cantina. Sono scesa già e l’ho vista…. non so perché lei era stata lasciata lì, forse quanto era brutta! E ormai inutile…
Ho pensato subito, ma che razza di cane è? Non avrei mai detto che si trattasse di un barboncino puro. Il suo pelo era crespo, orrendo e marrone! Era sporco e dalla puzza ho capito che sguazzava nelle su stesse feci. La gabbia era arrugginita, piccola, le sue ciotole erano vuote.
L’ho portata dal veterinario, con tutta la gabbia. Quando l’ho liberata ha iniziato a girare velocemente su se stessa, poi si fermava si guardava intorno e poi riprendeva a girare. Non capivo cosa stesse facendo, era come impazzita! Il veterinario ha fatto un’espressione di tenerezza, poi mi ha guardato e ha detto: è abituata allo spazio della gabbia, e a muoversi così, non capisce cos’è tutto lo spazio intorno a lei e non sa come utilizzarlo. Deve esserci nata e cresciuta in quella gabbia. Il mio cuore si è praticamente spezzato in due…
Dopo la visita è arrivato il peggio, era una cavia, abusata, costretta a riprodursi a loro comodo e una mamma che in tutta la sua vita ha visto solo strapparsi via i cuccioli senza manco potergli dire addio. Nei successivi giorni l’hanno curata, pulita ma tremava e non la smetteva più. Sono andata a trovarla ogni giorno. Tutto è cambiato dopo più di un mese, quando sono arrivata alla clinica e l’ho vista tra le braccia di quella donna. Era la segretaria del medico, le due si erano perdutamente innamorate. Si chiamava Brenda Tortoreo, le era stata vicino e l’aveva rassicurata, era riuscita a conquistare la sua fiducia. E io, io ero felice, aveva trovato la sua MAMMA.
Oggi vivono insieme, felici, la cagnolina ha imparato a camminare sul pavimento e godersi tutto lo spazio intorno a lei! Io periodicamente, di solito quando sono giù, vado a trovarle. Vederle mi da la forza e il sorriso per affrontare la giornata!”
Un inizio tragico ma un finale meraviglioso. Un ringraziamento a questa volontaria per aver condiviso questa storia con noi. Ricordate, l’amore cura ogni male!