“Cara mamma umana domani sarò soppresso per tua scelta e prima di morire volevo dirti alcune cose. Sono solo in una gabbia in attesa di quel triste momento. Ho paura e non comprendo, io non volevo…
In memoria di Pablo, un gatto sottoposto ad eutanasia in una perreras spagnola nel 2015, per scelta della sua umana, in quanto ritenuto aggressivo e pericoloso.
“Cara mamma-umana,
domani sarò soppresso per tua scelta e prima di morire volevo dirti alcune cose. Sono solo in una gabbia in attesa di quel triste momento. Ho paura e non comprendo, io non volevo…. Sì perché domani sarà quel giorno, quel brutto giorno in cui metteranno fine alla mia vita. Quando mi hai preso per strada e hai deciso di portarmi a casa con te è stato il momento più bello della mia vita. Non mi sembrava vero che dopo tanta sofferenza e tanto vagabondare in cerca di un posto caldo e qualcosa da mangiare, finalmente avevo trovato una casa e una famiglia che si sarebbe presa cura di me.
Sai mamma io non ho mai capito che cosa sia cambiato da quando è arrivato in casa il mio fratellino umano. Quando l’ho visto me ne sono subito innamorato. L’ho graffiato per sbaglio, stavamo giocando. Volevo stare sempre al suo fianco, perchè ho capito che era piccolo e aveva bisogno di essere protetto. Ma tu non me lo hai permesso, anzi più di una volta ti ho sentito dire che ero pericoloso, che avrei potuto fare di nuovo male al bambino. Perchè pensavi questo di me mamma? Sembrava quasi ti fossi dimenticata di tutte le volte che abbiamo guardato insieme le nostre serie tv preferite sul divano o di quando stavi male e io non ho mai smesso di coccolarti e starti vicino.
Da un giorno all’altro sono diventato un estraneo per te. Mi scacciavi ogni volta che provavo ad avvicinarmi. Ma a me mancavi molto, mancava la mia mamma. Ricordo quando mi tiravi la scopa sulla schiena per non farmi avvicinare, una volta mamma mi hai fatto così male da non aver potuto camminare per ben due giorni. Ma tu non ti sei neanche accorta della mia assenza. Tutte quelle notti fuori al freddo, aspettando che tu aprissi la porta e mi dicessi di entrare, sono state molto dure. Spesso mi hanno aggredito altri randagi ed è così che mi sono ammalato, sai mamma.
Quando quel giorno la vicina stava togliendo le foglie dal viale e accidentalmente ha avvicinato a me la scopa, non sono riuscito a fermarmi. La paura per il dolore che avevo provato l’ultima volta, mi ha istintivamente fatto difendere e così l’ho morsa, trasmettendole la mia malattia. Poi mi hanno preso e mi hanno portato qui…tu non hai fatto niente per fermarli.
Ho capito che è arrivato il mio momento. Li ho sentito quando dicevano che tutto avverrà domani. Non doveva andare così!
Io ti ringrazio mamma per avermi fatto capire cosa significasse far parte di una famiglia e ti perdono per averlo poi dimenticato tu. Ti ho amato profondamente e spero che un giorno, quando capirai il male che mi hai fatto, sia tu a riuscire a perdonare te stessa.
Spero che queste mie parole siano da spunto perchè nessun altro gatto abbia mai il mio stesso destino. Non esistono gatti cattivi, ma esistono umani che ti fanno diventare quello che non sei.
Il tuo pelosetto.”
Ogni anno in Spagna vengono sottoposti ad eutanasia 40000 gatti. Oltre ai randagi fanno la stessa fine gatti di proprietà. È sufficiente che una persona porti il proprio gatto in una perreras con una dichiarazione scritta che ne auto-certifichi l’aggressività.