Un Golden Retriever raccoglie un milione di dollari in beneficenza mentre segue delle cure per il cancro
I cani hanno assunto un un ruolo davvero fondamentale nella nostra società, promuovendo anche numerose attività di beneficienza. Ricochet è una dolcissima Golden Retriever che nella sua vita ha donato non pochi sorrisi. Infatti, questa cagnolina promuove raccolte fondi da quando aveva solamente 1 anno e due mesi, arrivando alla modica cifra di 1 milione di dollari. Il peloso è un cane da terapia per il suo proprietario, un atleta paraplegico, che pratica Surf. La piccola Ricochet è salita sopra la tavola per la prima volta da quando aveva solamente 8 settimane. Tuttavia, adesso è malata di cancro, ma tutte le persone che ha aiutato stanno ricambiando il suo favore.
Nel corso della sua vita, insieme al suo proprietario, il Golden Retriever ha promosso moltissime campagne di beneficienza per animali in difficoltà e persone. Oltre a essere un cane da terapia per il suo proprietario, si occupa anche di bambini speciali e affetti da disabilità. Dopo che il suo proprietario ha scoperto la sua malattia, il cancro, tutte le persone che aveva aiutato hanno deciso di ricambiare il favore.
Infatti, dopo che i medici gli hanno diagnosticato il cancro, le persone a cui aveva fatto del bene hanno deciso di ricambiare il suo amore. Così, hanno avviato una raccolta fondi per la povera Ricochet, in modo da poter finanziare le sue cure. La cagnolina ha ben 14 anni, e nella sua vita ha fatto davvero tanto bene!
“Le persone credono nella missione di Ricochet… non lo sta facendo da solo. I suoi sostenitori sono un’estensione della sua eredità e delle sue radici nella filantropia e nell’aiutare gli altri a guarire attraverso l’intervento e la terapia canina. Dopo che non sarà più qui, io non voglio che le persone siano tristi, voglio che festeggino e continuino a sostenere ciò che ha iniziato“, racconta Judy Fridono, proprietario della cagnolina
Adesso la cagnolina è in via di guarigione, e gli auguriamo di rimettersi al più presto.
