Cagnolino viene portato al rifugio come randagio ma si scopre avere una triste storia alle spalle
Chi lavora in un rifugio capisce più di chiunque altro quanto la vita a volta sia ingiusta con gli animali e quanto male immeritato subiscano. A volte, però, possono accadere cose che possono cambiare completamente il destino di un’anima che soffre. Talvolta basta davvero poco. Quando le persone hanno a che fare con certe difficoltà, gli effetti su ogni cagnolino o altro animale domestico si vedono tutti. Quando si perde il lavoro; quando si ha una casa troppo piccola; quando le famiglie si disgregano o le relazioni falliscono, un rifugio è il luogo finale che nota questi avvenimenti. Qui arrivano tutti i risultati dei “danni collaterali” di certi eventi.
In questo rifugio negli Stati Uniti, essendo l’unico di tutta un’area molto vasta, deve accogliere ogni animale che entra dalle porte. Tutte quelle volte che le persone rinunciano di avere in casa un animale, corrispondono spesso a un risultato diretto di un evento che ha cambiato la vita. Basta davvero poco, però, da parte di tutta la comunità. È importante provare prima a tenere a casa un cagnolino, un animale domestico qualsiasi, prima di gettare la spugna e lasciarlo al rifugio. Bisogna lasciare che il rifugio sia davvero l’ultima risorsa.
Si possono sempre contattare i soccorsi locali e lasciare che questi aiutino. Inoltre, è importante essere esaustivi nelle descrizioni degli animali, in modo che ci siano maggiori possibilità di trovare la casa giusta se non può essere la tua. Ogni rifugio chiede solo onestà.
In questo caso, parliamo di Kane, un dolce e affettuoso cagnolino di quattro anni, che è stato portato al rifugio come randagio. Aveva però il microchip e questo dispositivo, per fortuna, ci ha portato al suo proprietario registrato. Quando l’abbiamo contattata, ha informato il rifugio che aveva recentemente divorziato e si era trasferita fuori dallo Stato. Il cagnolino, Kane, era rimasto indietro con il suo ex marito. Così, la donna ha fornito tutte le informazioni utili per rintracciare l’uomo. Il rifugio, quindi, ha pensato con grande emozione all’idea di riunire Kane al suo proprietario, finché, però, non hanno scoperto che era stato proprio il suo proprietario a consegnarlo come randagio.
Kane, anche lui, era un danno collaterale di un evento triste come il divorzio dei suoi proprietari, e nessuno dei suoi genitori umani voleva reclamarlo. Il cagnolino è comunque molto felice, ha un faccino che si illumina quando riceve attenzioni, è affettuoso, bravo con gli altri cani, fantastico con le persone. Anche se è abbastanza piccolo, è molto muscoloso. Kane è bello, a volte goffo ma sempre gentile.
È rimasto al rifugio per ben 64 giorni ma ha ricevuto pochissime attenzioni da chiunque visitasse il canile. Questo cagnolino, quindi, riceve le attenzioni dei volontari e dello staff ma non ancora di una famiglia amorevole. Dicono dal rifugio: “Sappiamo che c’è qualcuno là fuori per Kane, la casa giusta, il cuore giusto. Qualcuno che non darà per scontato questo dolce cagnolino e che capirà l’impegno per tutta la vita di avere un animale domestico”. E concludono ricordando come “Kane vuole essere accarezzato e abbracciato. Vuole passare il suo tempo in giardino sulle tue ginocchia, prendendo il sole caldo, parole calde e sorrisi dolci”. Un tenero amico a quattro zampe che ha avuto la sfortuna di ritrovarsi in mezzo a una coppia che non ha funzionato.