AGGIORNAMENTO: E’ stato identificato e detenuto il mostro che ha scorticato vivo Chocolate, il cucciolo di tre mesi che si è spento dopo aver lottato per la sua vita per una settimana.

Chocolate è entrato nel cuore di tutti già dal momento in cui la notizia di ciò che gli avevano fatto fece il giro del web. Per chi ancora non conoscesse l’accaduto, Chocolate era un cucciolo di appena tre mesi che è stato trovato a vagare per le strade di San Francisco, provincia di Cordoba (Argentina), con parte della schiena e del collo scorticati. Il cucciolo fu trovato da una donna che lo portò subito in una clinica veterinaria, prima di divulgare l’accaduto tra associazioni e reti sociali. La notizia ha sollevato l’indignazione di miliardi di persone, ma la sua storia ha dato il via ad una vera rivoluzione.
Purtroppo Chocolate non ce l’ha fatta a sopravvivere, dopo una settimana di agonia, lottando per la sua vita, il cucciolo si è spento. In Argentina e soprattutto nella città di San Francisco, le leggi per la tutela e la difesa degli animali sono quasi assenti e la crescente violenza verso animali indifesi ha scatenato l’ira di migliaia di persone. Con la notizia della morte di Chocolate si è scatenata una vera rivoluzione. Milioni di persone hanno marciato e manifestato in molte zone del paese con lo slogan “siamo tutti Chocolate” per chiedere al governo Argentino, punizioni severe per chi maltratta gli animali, campagne di sensibilizzazione e provvedimenti per combattere la sovrappopolazione di animali randagi, come sterilizzazioni di massa ecc.

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Sabato pomeriggio alle 5 è arrivata la notizia più attesa. E’ stato identificato e detenuto il mostro che ha causato la sofferenza e la morte del povero cucciolo. Il procuratore di San Francisco, Oscar Gieco, ha detto che sono stati fatti due raid dopo la cattura del soggetto, uno in Via Antartide, nel complesso di appartamenti dove si trovava Chocolate e l’altro raid nella casa della madre del detenuto.

Si è appreso che il colpevole è un transessuale conosciuto come Agustina, è residente nella città di San Francisco e risponde al nome di Germàn Gòmez Matìas, di 36 anni. Lavora come parrucchiere in una zona a sud della città e ha dichiarato di aver agito così perché infastidito dai continui piagnucolii del cane. Attualmente si trova nel carcere locare.

A casa di Gòmez è stato trovato un coltello, dei farmaci psichiatrici e un edger che è stato usato per nascondere le grida di dolore di Chocolate durante l’aggressione. A causa dell’impatto della notizia, fin’ora ci sono stati tre gli avvocati che si sono rifiutati di difendere Gòmez. Purtroppo a causa delle leggi obsolete sul maltrattamento di animali, l’uomo rischia soltanto da 15 giorni a un anno di detenzione.

Tuttavia, la società non smetterà di protestare finché il governo non introdurrà leggi più adeguate al tipo di crimine e forse la tragica morte di Chocolate non verrà dimenticata e segnerà un passaggio importante nella storia della civilizzazione di questa nazione. Cerchiamo di continuare anche noi a supportare i cittadini che chiedono giustizia, se non lo avete ancora fatto nel precedente articolo di Chocolate, potete firmare la petizione che chiede leggi efficaci contro il maltrattamento di animali in Argentina. Per firmare la petizione cliccare qui e condividete più che potete.

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