Angelo: dopo l’intervista delle Iene che ha alimentato l’ira degli animalisti, il sindaco ed i cittadini del paesino non vogliono essere accusati di “omertosi”, parlano al tg3
Lo scorso 23 ottobre è andato in onda un servizio delle iene dove l’inviata Nina Palmieri ha cercato di intervistare i 4 ragazzi protagonisti del macabro video pubblicato sulle reti sociali, nel quale i ragazzi infierivano su un cane randagio (chiamato successivamente Angelo) fino a quando il povero animale ha perso la vita.
Dopo la pubblicazione del video, migliaia di persone sono rimaste inorridite per l’accaduto e adesso molti italiani chiedono giustizia, ma a quanto pare fino ad oggi i ragazzi non hanno trascorso neanche una notte in carcere. Nina palmieri l’inviata delle Iene si è recata nel paesino dove risiedono i 4 ragazzi con l’intenzione di intervistarli affinché si potesse fare un po’ di luce sull’accaduto e sul perché avessero agito in quel modo. Purtroppo la reazione di alcuni degli abitanti del paese è stata vergognosa, gli inviati delle iene sono stati minacciati, gli abitanti si rifiutavano tutti di rispondere compreso due dei 4 ragazzi e quelli che hanno accettato di farsi intervistare hanno quasi discolpato i ragazzi con frasi tipo “è solo un cane” o ” è stata una bravata da ragazzi”. Conclusione, le iene sono state scortate fuori dalla polizia.
Ovviamente dopo questo servizio, l’ira degli animalisti è salita ancor di più tant’è che è stata organizzata una manifestazione, dove persone di tutta italia si recheranno nel paesino a manifestare il loro scontento. Adesso i cittadini del paesino dove risiedono i 4 ragazzi, vogliono mettere le cose in chiaro, il servizio è stato mandato in onda sul tg3. Il sindaco ci ha tenuto a specificare che fin dall’inizio ha definito l’episodio “gravissimo” e ci teneva a ricordare che si è costituito parte civile, infine ha concluso: “Sangineto è una comunità sensibile al sociale”.
Il parroco che nel servizio delle Iene andava via con la macchina ha invece affermato: “Sono stato in Chiesa un’ora per la messa, mentre le Iene erano all’esterno a fare interviste. Nessuno è venuto a chiedermi qualcosa. Non mi pareva giusto liquidare il caso, per strada con tre parole quando mi hanno fermato in auto. Per quanto riguarda la contestazione alla manifestazione, gli animalisti non mi perdonano il perdono, anche se mi sono dissociato dall’atto, mi condannano per aver dato la possibilità ai ragazzi di essere riabilitati e rieducati. Ma questo è il mio ruolo”.
Mentre una donna parente di uno dei 4 ragazzi, ha affermato di aver preso le distanze dal ragazzo, ha commentato ai microfoni: “Il gesto di quattro ragazzi non può rappresentare una comunità e nessuna comunità che sia social o altro si può sostituire alla legge: ci sarà un processo e dei giudici che stabiliranno la giusta pena che questi ragazzi dovranno scontare”… Insomma non ci tengono ad essere accusati di omertosi.
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