Cagnolina rubata 8 anni fa è stata ritrovata in condizioni raccapriccianti. Ma la cosa peggiore è che la piccola subito dopo il suo ritrovamento è
Così come molti animali vengono abbandonati, c’è anche chi, in preda a smanie di invidia, ruba i cani delle altre persone. Emmy è una cagnolina di razza Yorkshire che nell’ottobre del 2009 ha subito lo stesso destino, in un campeggio del sud della Francia. Al momento del furto la piccola aveva solo 9 mesi: era davvero molto piccola per capire bene cosa stesse accadendo.
Per anni i suoi genitori umani hanno tenuta accesa la speranza del suo ritrovamento diffondendo continuamente foto ed annunci su internet, ma nulla pareva star funzionando… fino a pochi giorni fa. Lo scorso 13 giugno, la polizia ha ritrovato una piccola Yorkshire in pessime condizioni a distanza di 500 km da dove la piccola era stata rubata: denutrita, disidratata, piena di vermi e scabbia, è stata portata alla clinica veterinaria, dove si temeva il peggio per lei.
Subito è stata identificata: chi l’aveva rubata non sapeva che la piccola avesse il microchip e che, quindi, era facile arrivare ai suoi precedenti proprietari. Dopo svariati tentativi, la polizia è riuscita a mettersi in contatto con loro, ma era già troppo tardi… purtroppo Emmy aveva lasciato questa terra qualche ora dopo il ritrovamento, senza nemmeno poter essere accarezzata da loro un’ultima volta.
I suoi genitori umani volevano sporgere denuncia per i maltrattamenti che la piccola aveva subito ma non sarebbe stato utile a quel punto, perciò decisero di fare un commovente appello pubblico per sensibilizzare le persone sul tema della violenza. In tanti si strinsero attorno a loro nel dolore, con gesti e parole di conforto, perché in queste situazioni la cosa migliore da fare è essere tutti uniti contro un grande nemico comune.
La sua storia ha sicuramente aperto gli occhi per l’ennesima volta sul tema: chiunque fosse in qualche modo testimone di qualsivoglia tipo di violenza sugli animali, ha il dovere morale di denunciarlo immediatamente.
