Cane paralizzato stava per essere soppresso finché il veterinari non ha notato un dettaglio
Ollie, un cane da pastore scozzese Shetland di 10 anni, ha visto la vita passargli davanti, quando, mentre era in campeggio con la sua famiglia, un camper lo ha travolto. Il brutto impatto lo ha paralizzato per qualche tempo, ma, grazie al suo spirito indomito, è saputo uscirne. Eppure, i conti faticavano lo stesso a quadrare. Non capendo i motivi dell’involuzione, i genitori adottivi lo hanno portato da un veterinario. Che, in seguito ad alcuni accurati controlli, ha espresso preoccupazione circa un’eventuale ricaduta. Secondo la sua esperienza il peggioramento delle condizioni dipendeva dall’incidente. Nonostante i segnali di guarigione, qualcosa non tornava.
Questa è stata almeno la tesi promossa dal dottore, che dato il profondo dolore lamentato dal quadrupede, ha suggerito a mamma e papà umani di farlo sopprimere. Dopo averci riflettuto a lungo, questi hanno accettato. Non si sarebbero mai voluti trovare in una situazione del genere ed erano straziati all’idea di essere sul punto di dirgli addio. Lo avrebbero per sempre ricordato, ma vederlo immobile fino alla fine dei suoi giorni la ritenevano una punizione peggiore dell’eutanasia.
Non immaginavano che dietro ci fosse una cattiva lettura del medico. Grazie al cielo, un tirocinante ha scongiurato il drammatico epilogo. Con una grande capacità di osservazione, ha notato una strana protuberanza in una parte del Fido e lo ha fatto presente al veterinario. Che, a quel punto, si è attivato con accertamenti mirati ed è allora ha capito perché il cane aveva smesso di muoversi: aveva subito la puntura di un particolare tipo di zecca.
Casi del genere sono estremamente rari; perciò, non ci aveva pensato e, probabilmente, non lo avrebbe fatto, senza il giovane praticante. Per precauzione, hanno rasato Ollie, in modo da scongiurare la presenza di ulteriori zecche, e, nel giro delle 10 ore successive, si è completamente ripreso.