Come Soccorrere un Gatto Avvelenato

 A causa della loro natura curiosa e dell’ossessione per la pulizia, spesso i gatti si mettono in situazioni pericolose. I veleni più comuni con i quali entrano in contatto sono gli insetticidi, le medicine umane, piante velenose e alimenti per umani che contengono sostanze che non sono in grado di metabolizzare. Per curare un gatto avvelenato, inizia a leggere questo articolo.
 Parte 1 di 2: Primo Soccorso
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    Riconosci i sintomi dell’avvelenamento. Un gatto potrebbe essere stato avvelenato se presenta uno di questi sintomi:

    • Difficoltà a respirare
    • Vomito e/o diarrea
    • Irritazione gastrica
    • Tosse e starnuti
    • Depressione
    • Salivazione abbondante
    • Convulsioni, tremori o contrazioni muscolari involontarie
    • Debolezza e potenziale incoscienza
    • Pupille dilatate
    • Urinazioni frequenti
    • Brividi
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    Porta il tuo gatto in una zona ben ventilata. Se sospetti un avvelenamento e il gatto resta sdraiato, incosciente o debole, spostalo immediatamente e portalo in un luogo ben ventilato e illuminato.

    • Quando il gatto non sta bene, o è ansioso, il suo primo istinto è quello di nascondersi. Se il gatto è stato avvelenato dovrai monitorare i suoi sintomi, quindi non devi permettergli di nascondersi in qualche angolo. In modo delicato ma fermo, prendi il gatto e portalo in una stanza sicura. La cucina o il bagno sarebbero l’ideale, visto che avrai bisogno di acqua.
    • Se il veleno è ancora a portata di mano, rimuovilo con attenzione per impedire che altri animali o bambini possano entrarvi in contatto.
  3. Immagine titolata Treat a Poisoned Cat Step 3
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    Chiama subito il veterinario. È la prima cosa da fare dopo aver messo al sicuro il gatto.

    • Un veterinario esperto ti aiuterà a calmarti e saprà darti delle chiare istruzioni su cosa fare o quale antidoto dare al tuo gatto. Ricorda che prima chiami il veterinario, più alte sono le possibilità che il gatto sopravviva.
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    Se possibile, identifica il veleno. In questo modo potrai capire se devi fare vomitare o no il gatto. Se hai accesso alla confezione annota queste informazioni: nome, ingredienti attivi e forza. Inoltre, cerca di capire quanto ne ha consumato il gatto (era una confezione nuova? quanto ne manca?).

    • Se hai accesso a internet, cerca gli ingredienti attivi. Potresti cercare usando questa frase: “[Nome del prodotto] è tossico per i gatti?”
    • Alcuni prodotti sono sicuri se ingeriti, e se questo è il tuo caso non devi fare altro. Se la sostanza è velenosa, il prossimo passaggio serve a stabilire se devi fare vomitare il gatto oppure no.
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    Non cercare di curare il gatto, a meno che non ti siano state date precise istruzioni. Non dargli cibo, acqua, latte, sale, olio o altri rimedi casalinghi, a meno che tu non sappia quale veleno ha ingerito e che medicine servono per contrastarlo. Usare medicine o altri rimedi senza il consenso di un veterinario potrebbe peggiorare la situazione.

    • Il veterinario ha le conoscenze e le capacità per determinare cosa fare o cosa dare al tuo gatto. Non stai perdendo tempo, ti stai comportando da persona razionale.
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    Non far vomitare il gatto se non ti è stato espressamente detto di farlo. Non fare nulla al gatto senza istruzioni del veterinario. Alcuni veleni (soprattutto gli acidi corrosivi) possono fare ulteriori danni se viene indotto il vomito. Fallo vomitare solo se:

    • Il veleno è stato ingerito nelle due ore precedenti
    • Il gatto è cosciente e in grado di deglutire
    • Il veleno NON è acido, fortemente alcalino o derivato del petrolio
    • Sei sicuro al 100% che il veleno sia stato ingerito
      • Il veleno rimasto nello stomaco per oltre due ore sarà già stato assorbito dal sangue, quindi indurre il vomito è inutile.
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    Devi sapere come maneggiare acidi, alcali e derivati del petrolio. Acidi, alcali e derivati del petrolio possono causare scottature caustiche. A prescindere da quando sono stati consumati, non indurre il vomito perché danneggerebbero esofago, gola e bocca.

    • Gli acidi potenti e gli alcali si trovano nei prodotti per rimuovere la ruggine, nell’acquaragia e nei detergenti come la candeggina. I derivati del petrolio comprendono liquido per accendini, benzina e kerosene.
    • Come già detto, non far vomitare il gatto, ma incoraggialo a bere del latte intero, o a mangiare un uovo crudo. Se non beve di sua spontanea volontà, allora usa una siringa (senza ago) per dosare fino a 100 ml di latte e con delicatezza fai bere il felino. Aiuterà a diluire l’acido o l’alcali e a neutralizzarlo. L’uovo crudo ha la stessa funzione.
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    Se devi far vomitare il gatto, segui un protocollo adeguato. Avrai bisogno di una soluzione al 3% di perossido di idrogeno (NON usare la soluzione concentrata di perossido di idrogeno che trovi nelle confezioni per fare la tinta o la permanente), e di un cucchiaino o di una siringa senza ago. Sarà più semplice usare la siringa per iniettare il perossido nella bocca del gatto. Ecco cosa dovresti sapere:

    • La dose di perossido di idrogeno al 3% è di 5 ml (un cucchiaino) ogni 2 kg, per via orale. In media un gatto pesa circa 4 kg, quindi avrai bisogno di circa 10 ml (2 cucchiaini). Ripeti l’operazione ogni 10 minuti, al massimo per tre volte.
    • Per somministrare la soluzione al gatto, tienilo fermo e inserisci con delicatezza la siringa nella bocca, dietro i denti dell’arcata superiore. Inietta 1 ml di soluzione alla volta sulla lingua del gatto. Dagli tempo di ingoiare e non iniettare mai la dose in una volta sola perché potresti riempirgli la bocca e far finire il perossido nei polmoni.
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    Usa il carbone attivo. Dopo averlo fatto vomitare, il tuo scopo è di ridurre l’assorbimento del veleno che è passato già nell’intestino. Per questo avrai bisogno del carbone attivo. La dose è di un grammo di polvere ogni 450 g di peso. Un gatto di media grandezza avrà quindi bisogno di circa 10 gr.

    • Dissolvi la polvere in meno acqua possibile, per formare crema fluida, e iniettala con una siringa nella bocca del gatto. Ripeti l’operazione con la stessa dose ogni 2-3 ore, per 4 volte.
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    Una volta superata la crisi, controlla il pelo per vedere se ci sono delle contaminazioni. Se c’è del veleno sul manto, dove arriva a pulirsi, potrebbe ingoiarlo e intossicarsi di nuovo. Se l’agente contaminante è una polvere, spazzolalo via. Se è appiccicoso, come catrame oppure olio, potresti aver bisogno di un detergente specifico (come quelli usati dai meccanici) per lavare il pelo e poi risciacquarlo per bene con acqua.

    • Come ultima spiaggia, taglia il pelo più sporco con delle forbici o cesoie. Meglio un gatto brutto di un gatto morto – poi il pelo ricrescerà!
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    Fallo bere. Molti veleni sono pericolosi per fegato, reni o entrambi. Per ridurre il rischio di danni agli organi a causa del veleno assorbito, il gatto deve bere molto. Se non lo fa spontaneamente, usa la siringa per iniettargli dell’acqua in bocca. Ricorda sempre di iniettare 1 ml alla volta e di farlo deglutire prima di andare avanti.

    • Un gatto in media ha bisogno di 250 ml d’acqua al giorno, quindi non farti problemi a riempire quella siringa parecchie volte!
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    Prendi un campione del potenziale veleno. Includi tutte le etichette, confezioni e bottiglie, in modo che il veterinario abbia tutte le informazioni necessarie. I tuoi sforzi potrebbero aiutare in futuro altri proprietari di gatti (e i gatti stessi!) in situazioni simili.

Parte 2 di 2: Affrontare le Più Comuni Cause di Avvelenamento

I trattamenti descritti in questa sezione devono essere fatti a casa solo ed esclusivamente dietro l’autorizzazione di un veterinario – o se non hai nessun’altra scelta. Queste situazioni dovrebbero essere gestite sempre da esperti.

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    Trattare l’avvelenamento da arsenico. Questo tipo di avvelenamento è causato da svariati composti organici e inorganici di arsenico che possono trovarsi comunemente negli insetticidi, pesticidi e ratticidi.

    • I sintomi dell’avvelenamento da arsenico sono diarrea abbondante e liquida con potenziali tracce di sangue, debolezza, depressione, battito debole e collasso cardiovascolare. Questo accade a causa di un’acuta infiammazione di reni, fegato e altri organi interni.
    • Per curarlo, va indotto il vomito con una soluzione orale di perossido di idrogeno al 3% (2-4 ml/kg di peso) e successivamente assunzione orale di carbone attivo o semplice, seguito infine dalla somministrazione di protettori gastrici come il caolino-pectina (dopo 1-2 ore).
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    Tratta l’avvelenamento da shampoo, sapone e detergenti. Se il tuo gatto ha ingerito uno di questi prodotti, può portare a sintomi non gravi, che fortunatamente sono abbastanza facili da curare.

    • Questi veleni potrebbero contenere liscivia o alcalini corrosivi, e indurre sintomi quali vertigini, vomito e diarrea.
    • Per trattare un avvelenamento dovuto a uno di questi prodotti, fai bere al gatto latte o acqua.
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    Trattare l’avvelenamento da catrame minerale (disinfettanti per la casa). I prodotti contenenti catrame minerale includono cresoli, fenoli, creosoti, catrame e pece. Potrebbero suonare strani, ma vengono utilizzati in molti disinfettanti per la casa. Queste sostanze chimiche sono tossiche per i gatti e sono facilmente assorbibili dalla pelle.

    • Questi veleni stimolano il sistema nervoso, indeboliscono il cuore e danneggiano il fegato causando debolezza, perdita di coordinazione, itterizia, svenimenti, debolezza, coma e a volte morte.
    • Non esiste un trattamento specifico, ma se è stato appena ingerito somministrare dei catartici come il carbone o una soluzione salina può aiutare, seguiti dall’ingerimento di albumi d’uovo per alleviare gli effetti corrosivi del veleno.
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    Trattare l’avvelenamento da cianuro. Il cianuro si trova nelle piante, nei fertilizzanti e nei ratticidi, ma la causa principale di avvelenamento è l’ingestione di piante che ne contengono dei composti come la triglochin maritima, il sorgo, le foglie di melo, mais, lino ed eucalipto.

    • I sintomi possono apparire dopo 10-15 minuti e si può notare un’eccitabilità maggiore seguita da difficoltà respiratorie che portano all’asfissia. Anche se il bestiame è più colpito da questo tipo di avvelenamento, anche animali piccoli come i gatti sono a rischio per via della loro curiosità.
    • È necessaria la somministrazione immediata di nitrato di sodio da parte di un veterinario. La dose dovrebbe essere di 10 g/100 ml di acqua distillata o soluzione salina isotonica e 20 mg/kg di peso.
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    Trattare l’avvelenamento da glicole etilenico (antighiaccio per i radiatori delle macchine). Questo è il tipo di avvelenamento più comune nei gatti e nei cani perché il sapore dolce li attrae, inoltre l’antighiaccio è un prodotto molto comune.

    • Se osservi sintomi di intossicazione da alcool come vomito, sintomi neurologici, stato confusionale, atassia o perdita di equilibrio saprai che è lui il colpevole.
    • Il protocollo per questo tipo di avvelenamento è induzione del vomito e somministrazione di carbone attivo e solfato di sodio 1-2 ore dopo l’ingestione del veleno.
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    Trattare l’avvelenamento da fluoruro. Gli avvelenamenti acuti possono essere causati dall’ingestione di fluoruro contenuto in ratticidi, acaricidi, o prodotti per l’igiene orale. Tutte queste cose possono rappresentare una minaccia per gatti e cani.

    • I sintomi di questo avvelenamento sono gastroenterite, aumento del battito cardiaco, segni nervosi e a volte, purtroppo, morte.
    • Per gli animali pesantemente avvelenati, il protocollo immediato di azione è: somministrazione intravenosa di gluconato di calcio, oppure somministrazione orale di idrossido di magnesio o latte in modo che si leghi immediatamente agli ioni di fluoruro.
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    Gestire l’avvelenamento da cioccolato. La teobrina unita alla caffeina viene chiamata metilxantina; queste sostanze sono innocue per l’uomo in quanto abbiamo degli enzimi in grado di metabolizzarle in forme più sicure. Gatti e cani, al contrario, non ne hanno, e questo le rende estremamente tossiche anche in piccole quantità.

    • I segni di un avvelenamento da cioccolato di solito si manifestano dalle 6 alle 12 ore successive all’ingestione. I sintomi includono estrema sete, vomito, salivazione, nausea, diarrea, stomaco teso e inquietudine. Col trascorrere del tempo i sintomi si evolveranno in iperattività, frequenti urinazioni, tremori, problemi cardiovascolari come tachicardia, bradicardia, difficoltà respiratorie, debolezza o cedimenti cardiaci, arresto respiratorio.
    • La prima cosa da fare nel caso l’animale abbia ingerito di recente del cioccolato è l’induzione del vomito con la somministrazione orale di perossido di idrogeno al 3% fino a quando non fa effetto, e successivamente la somministrazione di carbone attivo. Se il gatto ha ingerito del cioccolato qualche ora prima è meglio portarlo dal veterinario, perché il trattamento sarebbe centrato sui sintomi e implicherebbe procedure e medicazioni più complesse.
      • In media 30 g di cioccolato al latte o fondente contengono dai 100 ai 160 mg di teobromina. La dose di teobromina tossica per i gatti è attorno ai 100-200 mg/kg (circa 300 g di cioccolato). Quindi fate attenzione e non date cioccolato ai vostri cani e gatti.
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    Trattare l’avvelenamento da uvetta e uva. È un avvelenamento raro nei cani e ancora di più nei gatti. Il meccanismo preciso è ancora sconosciuto, ma il risultato è un cedimento renale. Per i cani la dose tossica è di 32 g di uvetta per ogni kg di peso; per l’uva la dose è dagli 11 ai 30 mg per kg – per i gatti probabilmente meno.

    • I sintomi di avvelenamento includono vomito e diarrea, debolezza, sete eccessiva, disidratazione, impossibilità di urinare e collasso renale.
    • La prima cosa da fare è indurre il vomito con una soluzione al 3% di perossido di idrogeno, in dose di 2 ml/kg di peso. Poi il cane o il gatto vanno portati da un veterinario il quale indurrà l’urinazione con una terapia fluida intravenosa.
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    Trattare l’avvelenamento da alcool. Metanolo, etanolo e isopropanolo sono le tipologie di alcool più diffuse di avvelenamento degli animali. L’etanolo è presente nelle bevande alcoliche, nell’alcool per disinfettare, negli impasti fermentati e negli elisir alcoolici. Il metanolo è presente nei detergenti per parabrezza. L’isopropanolo si trova nei disinfettanti e negli antiparassitari a base d’alcool in spray, ed è doppiamente tossico rispetto all’etanolo.

    • Le dosi tossiche vanno dai 4 agli 8 ml/kg, e bisogna fare molta attenzione quando si maneggiano sostanze contenenti alcool: devono essere conservate in luoghi lontani dalla portata di bambini e animali. L’alcool può anche essere assorbito dalla pelle, e i gatti sono molto sensibili a questa possibilità; anche lo spray antiparassitario per cani andrebbe evitato.
    • I sintomi sono molto rapidi e possono manifestarsi entro 30-60 minuti dall’ingestione; includono vomito, diarrea, perdita di coordinazione, disorientamento, tremori e difficoltà respiratorie. Nei casi peggiori, morte per arresto respiratorio.
    • Come primo soccorso, la stanza deve essere aerata abbondantemente e se l’ingestione è appena avvenuta va indotto il vomito con una soluzione di perossido d’idrogeno al 3%, in una dose di 2 ml/kg di peso del gatto.
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    Trattare l’avvelenamento da candeggina. Comunemente usata nei detergenti casalinghi e come disinfettante per le piscine, la candeggina contiene ipocloriti di sodio, e gli animali entrano in contatto con questa sostanza quando masticano oggetti che la contengono o bevono da ciotole in cui la candeggina è mescolata all’acqua, oppure se nuotano in piscine appena disinfettate.

    • I sintomi dell’avvelenamento da candeggina sono vomito, salivazione, depressione, anoressia e diarrea.
    • Somministrare latte puro o diluito in acqua. Il latte è un aggregante della candeggina. Se è stata esposta la pelle, l’animale va lavato con uno shampoo veterinario delicato, e poi sciacquato abbondantemente. Non va indotto il vomito perché potrebbe causare ulteriori danni.
    • I sintomi sono stordimento, vomito e diarrea. Sono sintomi facilmente curabili con una terapia apposita.
    • Per trattare l’avvelenamento, somministra al gatto latte puro o diluito in acqua.
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    Trattare l’avvelenamento da insetticida. Insetticidi diversi con ingredienti attivi diversi possono provocare un grave o cronico avvelenamento dei gatti. Sono inclusi i prodotti che contengono carbammati, idrocarburi clororati, permetrina o piretroidi, e organofosfati.

    • I sintomi sono ipersalivazione, urinazione frequente, difficoltà respiratorie, coliche, atassia e convulsioni.
    • Come prima cosa, somministrare del carbone attivo seguito dall’induzione del vomito con una soluzione al 3% di perossido di idrogeno in dose di 2-4 ml/kg di peso. Per gli avvelenamenti da pesticidi è meglio chiamare subito un veterinario, in modo che possa somministrare l’antidoto adeguato per il tipo di ingrediente attivo dell’insetticida incriminato.
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    Trattare la puntura di uno scarabeo. Le punture di scarabeo contengono una sostanza tossica chiamata catandrina, che è altamente irritante e provoca la formazione di una vescica sulla pelle e sulle membrane mucose. Bastano solo 4-6 grammi di scarabeo secco per intossicare i cavalli, ed è altrettanto pericoloso per altri animali come i gatti.

    • I sintomi sono dolore addominale, depressione, anoressia e irritazione del tratto digestivo e urinario. Anche lo scurirsi della membrana mucosa è un sintomo tipico di questo avvelenamento.
    • Non c’è un trattamento specifico, ma può essere somministrato del carbone attivo se l’avvelenamento è individuato molto presto. Il dosaggio corretto sono 2-8 g/kg di peso ogni 6/8 ore per 3-5 giorni.

FONTE: WIKIHOW

Consigli

  • La dose di carbone attivo per gli avvelenamenti gravi è di 2-8 g/kg di peso ogni 6/8 ore per 3-5 giorni. La dose può essere sciolta in acqua ed è somministrata con una siringa o un tubicino gastrico.
  • Caolino/pectina: 1-2 g/kg di peso ogni 6 ore per 5-7 giorni.
  • Perossido di idrogeno al 3%: 2-4 ml/kg di peso subito dopo l’ingestione di sostanze velenose.
  • Il latte può essere mescolato all’acqua per il 50%, oppure somministrato in purezza per neutralizzare determinati veleni, come già detto. Una dose di 10-15 ml/kg di peso oppure quanto ne riesce a consumare l’animale va bene.
  • In ogni caso, la cosa migliore da fare è chiedere immediatamente l’aiuto di un veterinario.

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