É stato definito “l’orso più triste del mondo”e guardando le foto anche a me personalmente si è stretto il cuore. Si tratta di Arturo, l’ultimo orso polare in Argentina, trasferito nello zoo di Mendoza all’età di 8 anni e morto nello stesso 23 anni dopo. Morto, dopo una lunga agonia aggiungerei, lontano da quello che è il suo habitat naturale, in uno zoo sempre al centro di proteste e di cui molti animalisti avevano chiesto la chiusura.
ÉÉ
Osservarlo nelle foto con lo sguardo perso nel vuoto, rinchiuso in un piccolo recinto di cemento e come a sbeffeggiarlo pannelli con dipinte montagne innevate mi riempiono di un grande senso di impotenza. Per tutti quelli che si battono per i diritti degli animali vedere tutto questo fà enormemente arrabbiare. Questo povero animale viveva recluso in questo zoo di cui rappresentava la principale attrazione, con una piscina profonda appena 50 cm.
D’estate le temperature a Mendoza raggiungono i 40 gradi, un caldo insopportabile per un animale che dovrebbe vivere al Polo nord. Per questo motivo le associazioni animaliste avevano chiesto attraverso una petizione, il suo trasferimento presso l’Assiniboine Park Zoo in Canada. Certo l’idea di spostarlo da una prigione all’altra non è il massimo ma considerando che un orso che vive in cattività non può essere reintrodotto in natura, almeno si può pensare che almeno sarebbe vissuto in un posto dove è garantito il freddo, condizione indispensabile per questi animali.
Il direttore dello zoo si oppone al trasferimento perchè giudica Arturo troppo anziano per sopportare un’anestesia e un lungo viaggio. Inoltre l’orso soffre di depressione da quando nel 2012 muore Pelusa la sua compagna.
Le aspettative frustrate di questo esemplare di orso polare, lontano dalle sue naturali esigenze ecologiche, hanno portato ulteriore depressione e un completo disadattamento. La decisione di trasferirlo è arrivata troppo tardi e Arturo ormai vecchio e stanco ha ceduto alla morte.
La vita di Arturo è rimasta nella mani di un uomo che ha deciso non solo come doveva vivere, ma anche, come doveva morire, solo e depresso senza avere la possibilità di combattere per la propria sopravvivenza.
Nel video che segue si può osservare Arturo che cammina avanti e indietro con movenze immutabili, segno di depressione tipica di molti animali che vivono in cattività.