Dudley è un cane molto educato. Ama giocare di notte con la pallina ma non vuole disturbare. Non immaginerete mai come ha imparato ad abbaiare per non svegliare i vicini. Dovete assolutamente guardare le immagini registrate dal suo papà umano che vi strapperanno sicuramente un sorriso
Dudley vive con il suo umano Brian Gertler, nel campus dell’università di Illinois’s Greenville, dove Brian lavora come direttore. Con decine e decine di studenti che non vedono l’ora di fargli le coccole, per Dudley la vita è meravigliosa se non fosse per il fatto che il bellissimo cucciolone deve stare attento a non disturbare i vicini.
Brian e sua moglie hanno adottato Dudley quando era ancora un cucciolo. Era nato in un fienile e stava per finire in canile ma Brian ha deciso di portarlo a casa con lui. Ma lui e sua moglie hanno scoperto subito che Dudley aveva un problema: gli piaceva abbaiare e giocare con la pallina, anche di notte.
Per loro non era un problema ma per i loro vicini sì. Anche perché Dudley abbaiava anche quando rimaneva solo a casa. Fortunatamente per ogni problema c’è una soluzione. “Abbiamo insegnato a Dudley vari trucchetti e tra questi, il più importante è stato il “parla piano”. Quando gli dico “parla piano” lui abbaia piano” ha aggiunto Brian.
“Dudley abbaia normalmente durante il giorno ma di notte, quando giochiamo con la sua palla da tennis preferita, usa il suo tono basso per richiamare la mia attenzione” ha raccontato Brian. A me diverte molto perché il cucciolone è davvero bravo a mimare i latrati. I vicini non si sono mai lamentati di lui anche se, a volte, giochiamo al riporto con la sua pallina preferita dentro casa.
Vederlo abbaiare in questo modo è divertentissimo. Possiamo dire che Dudley è un cane molto educato che non disturba nessuno. Il bello è che sa quando deve abbaiare piano e quando, in cambio, può alzare il tono della voce e si regola di conseguenza. Non ha mai sbagliato fino ad adesso.
Che ne pensate? I vostri cani potrebbero imparare ad abbaiare in questo modo? Ditecelo nei commenti.
