Due camosci tornano liberi

Manardo e Cecco, sono due camosci appenninici che sono stati liberati nel Parco nazionale dei Monti Sibillini nell’Appennino marchigiano. Si tratta di due esemplari di 11 e 5 anni che provengono dall’area faunistica di Bolognola dove vivevano in condizioni di semi libertà.

L’area è stata sempre un punto di ritrovo efficiente per l’introduzione di questa specie e di tanti altri animali che possono così girare e vivere in condizioni di assoluta libertà. L’area infatti è stata creata per tutelare la sottospecie di camoscio appenninico che era a rischio di estinzione in Abruzzo ormai da più di cento anni, dagli inizi del ‘900.

Oggi, grazie alle politiche messe in atto per preservare e conservare questa specie, la colonia vivente sui Sibillini consta di circa 250 esemplari e non è affatto minacciata anche se viene considerata più che vulnerabile per la scarsa variabilità genetica. Ecco perché è importante che vi sia una collaborazione da parte dell’uomo che deve sempre agire in modo corretto e coerente nel rispetto di tutte le specie animali presenti.

I due camosci in questione ora potranno unirsi alla colonia degli esemplari già presenti. Sono inoltre dotati di due radiocollari satellitari perché siano monitorati con costanza. Grazie a questo tipo di informazione si è in grado di quantificarne la popolazione ma anche di carpirne abitudini e stili di vita. E non è poco.

Il tasso di natalità rimane comunque molto elevato fra gli animali del posto, segno che si tratta di un habitat ottimale per i camosci e non solo, per tutte le specie di animali presenti, che possono trovare un ambiente fertile e ideale per la loro salute.

Guardate le foto dei camosci in aperta natura. Non vi sembrano bellissimi? Come si dice: la natura sa sempre stupirci e prenderci al cuore.

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