Gattini accolgono un cucciolo di cane dalla storia molto triste
I gatti sono animali molto indipendenti. Sono in grado di cavarsela da soli e di venire su bene. Quando si tratta di occuparsi di un altro cucciolo sono gli esseri più dolci del mondo. Lo possiamo notare in questa storia in cui due gattoni prendono l’impegno di curare un piccolo cucciolo di cane che ha subito un trauma enorme.
Un giorno un ragazzo di nome Ale Oviedo si è imbattuto in una cucciolata di piccoli cagnolini con la loro madre. Il giovane, però, si accorse subito della cosa orribile che stava accadendo: La mamma aveva mangiato 3 dei suoi cuccioli. La cagna era probabilmente molto affamata ed è arrivata al punto di fare cannibalismo sui propri figli.
Tra i cuccioli ce ne era uno che, per via della mamma assassina, era rimasto con tre zampe, in quanto una era stata già mangiata. Ale non ci pensò due volte. Salvò la cucciolata e prese con sé il cane ormai disabile.
I gatti si prendono cura del cucciolo a tre zampe
Ad aspettarli a casa c’erano i bellissimi gatti del ragazzo che, invece di trattare con disprezzo il cagnolino, lo accolsero tra loro come fosse un figlio. Nelle foto possiamo notare come il cucciolo si senta protetto stando tra i gatti di Ale Oviedo. Dopo aver subito questo grande trauma il fatto di essere protetto da qualcuno lo fa completamente disinteressare alla differenza di razza tra lui e i suoi angeli custodi.
Per mesi il cucciolo venne curato dal giovane Oviedo, che gli cambiò le bende tutti i giorni e lo portò a molte visite mediche per assicurarsi che il cagnolino stesse bene. Gli diedero anche un nome: Nicolàs.
Ad oggi Nicolàs, Ale e i due gatti vivono tutti insieme e sono una famiglia molto unita. Per quanto ognuno di loro sia diverso dall’altro si amano incondizionatamente e si prendono cura l’uno dell’altro.
La storia di questo cucciolo ci fa pensare a cosa un animale disperato sia disposto a fare. Tutto questo non si sarebbe verificato se solamente la madre degli 8 cuccioli fosse stata sterilizzata e, soprattutto, non abbandonata. Ancora una volta la colpa non si deve riconoscere all’animale che ha agito disperatamente, ma all’umano che c’è dietro.