“Gli ho portato da mangiare per 14 mesi finchè un giorno non si è avvicinato a me…solo dopo avrei scoperto quale cosa orribile lo aveva spinto a tanto e non ho potuto fare nulla per impedirlo…”
“Un giorno stavo passeggiando per la periferia della città quando ho visto un gatto randagio bianco e arancione. Ciò che mi ha colpito di lui era la sua diffidenza nel genere umano. Non si lasciava avvicinare in nessun modo. Ma seguendolo con lo sguardo ho capito che aveva fatto di un vecchio magazzino abbandonato la sua casa.”
“Gli ho portato da mangiare ogni giorno. Anche se lui davanti a me non lo prendeva, sapevo che non appena andavo via poteva godere di un buon pasto caldo.”
“Ogni volta provavo ad avere un contatto con lui. Ma era troppo spaventato. Sono trascorsi così ben 14 mesi, finchè un giorno non sono scoppiata a piangere. Si è avvicinato alle mie gambe e mi ha dato un piccolo colpo sul piede.”
“Si stava affidando a me, completamente. Ma solo più tardi avrei scoperto cosa di terribile lo aveva spinto a rinunciare alla sua libertà.”
“L’ho preso, siamo saliti in macchina e siamo andati al primo veterinario sulla strada. Purtroppo gli hanno diagnosticato la peritonite infettiva felina, una malattia mortale. Lui aveva scelto di vivere i suoi ultimi mesi circondato dall’amore. Mi si è stretto il cuore.”
“L’unico mio obiettivo è stato quello di rendere il suo tempo rimanente, il migliore della sua vita.”
“E penso che lui mi abbia riconosciuto come la sua mamma umana. L’h chiamato Blondie.”
“Sono rimasta al suo fianco fino alla fine. Quando è arrivato il momento giusto, il mio Blondie ha attraversato il ponte dell’arcobaleno. Non è stato facile per me accettarlo. Ma almeno ho la consapevolezza che sia andato via felice.”
“Io penso che nessuno muoia davvero finchè resta nei cuori di chi lo ha amato. Così continuo ad andare ogni giorno nel posto in cui l’ho visto per la prima volta e do da mangiare ai poveri randagi come lui. Mi pace pensare che la sua anima mi accompagni in questo viaggio e rimanga al mio fianco per sempre.”
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