“Volevo diventare un addestratore per stare a contatto con i cani, ma quando ho cominciato il corso sono rimasto allibito per come li trattavano. Mi sono ribellato e mi sono rifiutato di agire come loro, così hanno trovato un modo per ‘punirmi’…”
La storia di David e il suo collega a quattro zampe è una storia di crudeltà e ingiustizia.
David ha lavorato diversi anni come guardia di frontiera nell’aeroporto di Jersey e un giorno ha deciso di prendere l’abilitazione per addestrare i cani che vengono preparati per stanare i materiali illegali negli aeroporti.
“Sono una guardia di frontiera ma amo i cani e volevo imparare ad addestrarli.”
Da quel momento ha avuto inizio il suo calvario. Vedeva sempre che i cani venivano maltrattati dai loro istruttori. Lui considerava quel comportamento un vero e proprio crimine, per un nonnulla i cani venivano picchiati anche violentemente e lui si rifiutava di seguire quel comportamento.
“Non immaginavo che gli addestratori fossero così inumani, io non credo nella violenza e ho istruito il cane che mi avevano assegnato senza l’uso di tali pratiche. Ho provato anche ad esprimere il mio scontento ma le cose sono peggiorate.”
I colleghi hanno iniziato a prenderlo in giro e a definirlo “femminuccia” ma lui ha continuato il suo addestramento dimostrando amore all’alunno canino che condivideva il corso con lui.
Una settimana prima della fine del corso, David è stato chiamato in ufficio e licenziato e il suo cane è stato tolto dal corso perché i responsabili sostenevano che non aveva saputo istruirlo a dovere.
Il cane, in realtà, era preparatissimo, ed era stato istruito con amore: obbediva e svolgeva il suo lavoro, perché non serve la violenza per insegnare, ma si devono usare il cuore e la testa: la violenza con i sottoposti è solo un comportamento da vili vigliacchi.
David ha fatto causa per il licenziamento ingiustificato e il tribunale ha emesso una sentenza a suo favore: potrà sostenere l’esame da istruttore per cani e gli saranno riconosciuti 23.000$ di risarcimento per danni morali e psicologici.
Purtroppo però, il tribunale, non ha tenuto conto dei maltrattamenti che vengono inferti agli animali e quindi nessuno è stato condannato per questo grave comportamento inumano e inammissibile.
Quanto succede in certe scuole canine resta invisibile, ma quando questi comportamenti vengono alla luce è compito di tutti condividerli e farli conoscere: solo così le cose potranno migliorare.