La fabbrica di lievito di Palermo che produce cani esca. Vi sembra impossibile? Vi sbagliate… tutto è possibile in quell’inferno
Vi vogliamo raccontare una storia triste… una storia che a noi ha lasciato un gusto amaro. Non riusciamo a capire perché ancora nulla è stato fatto. In una società civile come la nostra non è possibile che queste cose accadano ancora… eppure…
Vi vogliamo parlare dell’ex polo industriale, la Chimica Arenella, in rovina dalla fine degli anni ’60, che oggi è terra di nessuno. Chiunque può andare sul posto, prendere un locale e chiuderlo con un lucchetto. E questo lo sanno bene gli organizzatori di combattimenti clandestini che tengono segregati lì i loro cani esca. Le associazioni animaliste del posto hanno fatto denunce ed esposti ma nessuno ha fatto nulla.
In quel posto terribile sono morti tantissimi cani. A volte gli animalisti riescono ad entrare e salvano qualche cane. Così è stato per Libera, la pitbull bianca strappata al suo destino dai ragazzi di Felici nella Coda Onlus. Così è stato anche per gli ultimi 6 cani che gli stessi ragazzi sono riusciti a salvare con l’aiuto del nucleo cinofile di Palermo.
Tra questi cani ci sono anche Beatrice e Dante. Sono ancora vivi ma combattono per la loro vita. Lottano con la forza e la determinazione di chi ha voglia di vivere. Hanno conosciuto solo il dolore e la disperazione. Per loro la mano dell’uomo sa fare solo male. Per loro l’umanità rappresenta il pericolo… eppure non hanno esitato ad abbandonarsi ai loro salvatori, i ragazzi di Felici nella Coda Onlus.
La loro storia s’intreccia con quella di altri cani esca… si… si chiamano così queste anime dannate. Perché loro sono utilizzati per allenare i cani da combattimento. Alcuni sono dei randagi catturati e rinchiusi in attesa di essere buttati in pasto ai feroci cani di combattimento. Altri sono nati per combattere ma si sono rifiutati di farlo e per questo sono stati condannati a morte.
Beatrice e Dante sono 2 dei 6 cani sequestrati dal nucleo cinofilo di Palermo. Gli altri sono nel canile semplicemente perché stanno leggermente meglio di loro. Loro due sono stati affidati ai ragazzi di Felici nella Coda Onlus che adesso hanno bisogno di aiuto per pagare le loro cure.