“La sua famiglia l’ha abbandonata dicendo che era aggressiva e pericolosa. Gli hanno creduto e l’hanno rinchiusa senza darle una possibilità. Così ho deciso di farlo io e sono stato felice di scoprire che si sbagliavano. Ma poi, dopo qualche anno è successa una cosa che mi ha fatto ricredere, quelle persone avevano ragione…”
Vogliamo raccontarvi la storia Lola perché vi lascerà una lezione molto importante. Molto spesso capita che i cani vengono abbandonati perché considerati aggressivi, pericolosi e, quindi, incapaci di rapportarsi con l’uomo. Basta che qualcuno dice no morde è cattivo e tutti ci credono marchiando il povero animale per il resto della sua vita. Ma di chi è la colpa se il cane si comporta in modo aggressivo? E’ dell’uomo, perché è proprio questo che lo educa, che lo cresce e che ne va a formare il carattere. E’ l’uomo che decide le condizioni in cui deve vivere, il cibo che deve mangiare e il rapporto che deve avere con lui. Se teniamo un cane alla catena, se gli diamo poco cibo, se non gli facciamo mai una coccola, non vi sembra giusto che poi quando ci avviciniamo ci accoglie in maniera aggressiva? Non esistono animali cattivi, esistono animali resi cattivi dall’uomo. La storia di Lola ci insegna cos’è la speranza e che non bisogna mai rassegnarsi perché la pazienza, l’amore e il tempo, riescono a cambiare ogni cosa.
Lola è stata abbandonata dalla sua famiglia e portata ad un rifugio per animali della California. Dopo aver ascoltato le dichiarazioni di quelle persone, che affermavano quanto fosse aggressiva e pericolosa, la cognolina è stata chiusa in una gabbia e isolata. Non potevano correre rischi quindi secondo loro era meglio prendere precauzioni.
Ed è così che Lola si è ritrovata a vivere per molti giorni, continuando a perdere la fiducia e la stima nell’essere umano. Finché un giorno un angelo non ha cambiato le carte in tavola. Il suo nome è Nicola Grice, un uomo canadese che ha sentito parlare della sua situazione attraverso un gruppo di soccorso. Non riusciva a smettere di pensare a lei e non riusciva a credere che nessuno le dava una seconda possibilità. Tentar non nuoce se poi era davvero una causa persa, avrebbe continuato così la sua vita.
Il giorno seguente si è recato al rifugio e ha dichiarato di volersi occupare di lei. Lola era buona e dolce e nessuno se ne era accorto perché avevano creduto a quell’etichetta che quella famiglia le aveva attaccato.
“La prima volta che l’ho portata dal mio veterinario, Lola si è addormentata tra le mie braccia. Ditemi voi se questo è un cane aggressivo”, ha dichiarato Nicola.
Non appena sono arrivati a casa la cagnolina si è subito rapportata con l’altro piccolo, il suo nuovo fratello peloso.
Aveva finalmente trovato un vero posto da chiamare casa e un vero umano di cui potersi fidare.
Ha trascorso i più belli anni della sua vita fino a un tragico giorno in cui la paura ha invaso quella meravigliosa stanza. A maggio Lola è svenuta improvvisamente e il suo papà l’ha portata di corsa al pronto soccorso. Le è stata diagnosticata l’anemia emolitica, i globuli rossi vengono distrutti in un tempo più rapido rispetto a quanto il midollo osseo impiega per produrli. Nella maggior parte dei casi, l’animale non ce la fa.
Ma non per Lola.
Ci sono volute trasfusioni si sangue, quotidiani farmaci, test, esami, ancora test…
Ma alla fine hanno scoperto che quella famiglia aveva ragione. Era forte, aggressiva, era una vera combattente!
Ha combattuto per mesi, insieme al suo papà che le dava la forza necessaria per superare ogni giorno. Nicola ha dovuto vendere diversi oggetti personali per permettersi tutte le spese delle cure ma non se ne pente un solo giorno. Ha anche creato una pagina di raccolta fondi, con cui ha ricevuto tantissimo aiuto da centinaia di persone.
“Sono distrutto, esausto ma non sono pronto a rinunciare alla mia Lola. Porta solo gioia nella mia vita e ho bisogno di trovare una soluzione”, ha scritto nell’appello.
Dopo diversi mesi, il veterinario lo ha avvertito di una nuova diagnosi: anemia emolitica in piena ritirata!
Lola è completamente guarita e ancora oggi il suo papà non riesce a spiegarsi come nel 2013, questo l’anno in cui è stata adottata da lui, sia stata etichettata come un cane aggressivo. C’è la possibilità che la malattia possa ripresentarsi e Nicola sarà lì, pronto a riaffrontarla e a lottare con lei.
Condividete questa storia meravigliosa, capace di lasciare un’impronta nel cuore.
Fonte: www.thedodo.com