L’autista del pullman ha cominciato a gridare: ‘È vivo, salite sul bus o vi lascio a piedi’. Mi sono girata un’ultima volta verso il cane che giaceva in mezzo alla strada e le lacrime sono cominciate a scendere sulle mie guance. Poi ho visto quell’uomo
Quello che sto per raccontarvi ci arriva da una nostra fan che ci ha contattato per raccontarci una sua esperienza. Vogliamo raccontarvela perché crediamo che tutti noi dovremmo fare una riflessione su quello che è successo e cercare di cambiare la nostra mentalità.
In genere, quando vedono un cane per strada le persone si girano dall’altra parte pensando, erroneamente, che il problema non li riguardi ma non è così. Ogni cane abbandonato, ogni animale nato in strada è un nostro problema perché potrebbe, in qualche modo, influire sul nostro destino. Immaginate che mentre viaggiate tranquilli, improvvisamente, davanti a voi spunta uno di questi cani (quelli che crediate non siano un vostro problema). Sapete bene che quello che seguirà sarà un incidente in cui voi e i vostri cari potreste perdere la vita. In quel caso, il cane che “non era un vostro problema” diventerà così “un vostro problema”.
(Immagini di repertorio)
Se vi raccontiamo questa storia è anche per aiutarvi a capire che non bisogna mai girarsi dall’altra parte. La ragazza inizia così:
“Oggi, tornando dal mare in autobus, nel bel mezzo dell’autostrada, è comparso un pastore tedesco. Stava attraversando e l’autista non è riuscito ad evitarlo e l’ha travolto. Inutile stare a descrivere l’urlo straziante del cane seguito da quello dei passeggeri. L’autista si è fermato, è sceso dal veicolo seguito da alcuni passeggeri (tra i quali io). Subito dopo si è fermato anche un signore che, dalla sua macchina, aveva visto la scena. L’uomo si era già precipitato sul corpo del cane, cercando di soccorrerlo. L’animale respirava a fatica e aveva dei dolori.
La ragazza e gli altri passeggeri non potevano fare altro. L’uomo che si era fermato con la sua macchina ha cominciato a chiamare un veterinario per sapere se poteva muovere l’animale e portarlo in clinica. Ma quello che ha fatto più male a questa ragazza, oltre a vedere l’animale sofferente, è stato l’atteggiamento freddo dell’autista del pullman.”
(Immagini di repertorio)
“È vivo, salite sul bus o vi lascio a piedi”, sono state le sue parole. È vero che il pullman aveva degli orari da rispettare, che lui aveva la responsabilità dei passeggeri che trasportava e che in quel momento non erano al sicuro sull’autostrada… ma è anche vero che aveva appena investito un cane. Improvvisamente, quello che avrebbe dovuto essere un suo problema si è trasformato nel problema dell’uomo che si era fermato. A malincuore i passeggeri sono risaliti e pure la ragazza. Non aveva scelta. Ma il suo cuore era a pezzi. Il suo racconto continua:
“Un po’ scossa sono risalita sul veicolo e ho pianto. Ho pianto perché non sapevo quanti anni avesse quel cane, se fosse malato, se fosse maschio o femmina… Ma sapevo che un pastore tedesco non si trova nel mezzo di un’autostrada per caso… sapevo che qualcuno doveva averlo abbandonato, magari perché si era stufato di lui, magari per sbarazzarsene, magari per godersi le vacanze. E ho pianto, ho pianto perché in queste occasioni mi rendo conto di quali cose atroci sia capace l’essere umano.”
Di quel pastore tedesco non sappiamo più nulla… né noi né la ragazza che ci ha scritto. Lei è dovuta ripartire. Speriamo che il buon samaritano che si è fermato per soccorrerlo e che ha chiamato i soccorsi sia riuscito a salvarlo.