“Lavoravo da poco alla stazione. Quotidianamente vedevo un cane che si presentava puntuale alle 11 e si sdraiava sull’erba con aria avvilita. Mi incuriosiva, così ho chiesto di lui. Quando mi hanno detto perché compiva questo ‘rito’ mi si è spezzato il cuore…”
Columbia, stazione ferroviaria a nord di Bogotà: ogni giorno alle 11 Mono si presenta alla stazione e aspetta pazientemente con l’espressione avvilita!
“Lavoravo da poco alla stazione, e ogni giorno vedevo un cane che si presentava puntuale alle 11 e si sdraiava sull’erba con aria avvilita. Mi ha incuriosito questa puntualità così ho chiesto di lui. Quando mi hanno detto perché compiva questo ‘rito’ mi si è spezzato il cuore…” dice Isabel.
Una donna, Isabel Pardo, gli da sempre da mangiare e, ora che sono diventati amici, lo coccola e gli sta vicino dimostrandogli affetto.
Si racconta che la famiglia lo abbia abbandonato dopo l’arrivo di un figlio e chi lavora in quel settore di ferrovia, lo conosce come un cane dolcissimo ma molto triste, anche se a volte, con le persone estranee o se avvicinato da altri cani, diventa un po’ aggressivo.
Un lavoratore delle ferrovie, racconta di essere stato testimone dell’abbandono del povero animale anni addietro, ma di non essere riuscito a prendere la targa del veicolo. Ha pure puntualizzato che l’atto crudele avvenne alle 11 di mattina e che per settimane il cane non si mosse da quel posto, giorno e notte. Poi cominciò ad accettare la vita di strada ma alle 11 ogni giorno si presentava in quel posto così doloroso, forse nella speranza che i suoi umani tornassero a prenderlo. Altre persone raccontavano di conoscere quel cane, e che appartenesse ad una coppia che all’epoca era in attesa di un bambino, ma nessuno fece niente contro di loro.
La storia di Mono è molto simile a quella di Hachiko, storia vera raccontata in un film meraviglioso.
Chi lo conosce è preoccupato per la sua salute perché vive sempre in strada ed esposto alle intemperie, inizia a essere anziano e vulnerabile, è diventato lento a camminare e rischia di essere investito. Forse, più che gli anni del corpo, a rallentarlo è il dolore dell’anima.
Isabel lo nutre e quando serve fa intervenire il veterinario a sue spese, non gli fa mancare nulla, e non vuole che vada in un rifugio perché ne morirebbe subito. Alla sua età non si adatterebbe più a un luogo simile, così cercano di rendergli la vita, alla stazione, il più piacevole possibile.
Ad aiutare Isabel c’è il dottor Alejandro García, veterinario dell’Università, che ha dato tutta la sua disponibilità per aiutare Mono quando non sta bene.
Questi cani, vivendo per strada, diventano diffidenti e difficili da adottare ma il dottor Alejandro è sicuro che una famiglia di persone anziane che ha voglia di dare amore a un animale, riuscirebbe a far vivere serenamente gli ultimi anni di Mono.
L’amore fa miracoli e Mono potrebbe cambiare radicalmente; forse, se qualcuno fosse intervenuto anni fa, il cane avrebbe potuto vivere una vita serena dimenticando quelle persone crudeli che l’hanno abbandonato.