“L’ho raccolto dopo che un avvoltoio lo aveva attaccato e aveva ucciso sua madre. Non avevo mai visto da vicino un animale così. L’ho curato e nutrito, sembrava stare meglio ma non reagiva agli stimoli. Così l’ho portato dal veterinario e dopo la visita tutto mi è diventato finalmente chiaro”
“Stavo camminando con mio marito, quando, all’improvviso, siamo stati interrotti da dei teneri lamenti. Un piccolo animale si nascondeva dietro a dei cespugli… all’inizio non riuscivamo a capire di cosa si trattasse ma poi quel musino è sbucato fuori e io me sono perdutamente innamorata.
Era un opossum ed era ferito, un avvoltoio lo aveva attaccato e aveva ucciso la sua mamma. Ho provato così tanta pena nel guardare i suoi occhi, che ho pregato mio marito di portarlo a casa con noi. Lui ha sempre avuto un gran cuore, mi ha sorriso e mi ha detto di si. L’abbiamo chiamato Lucky.
Quando sono riuscita a prenderlo in braccio e a portarlo a casa, mi sono resa conto di quanto fossero gravi le sue condizioni. L’avvoltoio gli aveva ferito il viso, un orecchio, varie parti del corpo e la coda. Sentivo il suo corpicino freddo che tremava di paura. Per scaldarlo e tranquillizzarlo, lo abbiamo avvolto in una soffice coperta. Ci siamo presi cura di lui proprio come fosse un bambino. Abbiamo riportato la sua temperatura corporea alla normalità. Lo abbiamo nutrito con la siringa e coccolato fino alla sua completa ripresa.
Sapevo che era ancora piccolo e non mi ero mai trovata davanti un opossum prima ma c’era qualcosa di strano. Non reagiva ai miei sorrisi, rimaneva indifferente alla vista del cibo.. il mio intento era quello di curarlo e poi reinserirlo nel suo ambiente naturale. Decisi però di portarlo prima dal veterinario ed è qui che ho scoperto la triste verità, Lucky era cieco. Non potevo farlo, non sarebbe sopravvissuto un solo giorno!
Così decisi di parlare con mio marito e gli chiesi di adottarlo. Non avevo dubbi, si era affezionato a quella palla di pelo proprio come me. Da quel giorno vive con noi, lo amiamo come un figlio e abbiamo imparato ad interagire con lui. Prima di prenderlo, gli permettiamo di odorare le nostre mani, così sa chi dei due lo sta per coccolare! Nel cortile gli abbiamo ricreato una specie di habitat naturale dove può giocare e rilassarsi tutto il tempo che vuole.
Ha imparato la strada per rientrare in casa e riandare in cortile. So che non tutti si sarebbero fermati a raccogliere un opossum ma io sono felice di averlo fatto. Vi giuro che l’amore che riesce a dare non potrebbe essere descritto nemmeno con le parole più belle del mondo! E poi io, ormai, una vita senza lui non la potrei nemmeno immaginare!