Quando lo hanno trovato, l’animale era tutto raggomitolato in un angolo, non si riusciva neppure a sfiorarlo da tanto dolore provava. Il pelo non c’era più e le ferite che ricoprivano il corpo erano purulente.
Gli animali randagi spesso sono colpiti dalla rogna per le condizioni disastrose in cui vivono e, se non curati in tempo, muoiono colpiti da atroci dolori. La rogna assale la pelle, creando forti e profonde lesioni nell’epidermide, il pelo cade a manciate, le ferite si infettano e la carne inizia imputridire fino a quando l’infezione non colpisce il sangue e gli organi del cane, portandolo alla morte.
Ma ci sono angeli come i volontari di Animal Aid Unlimited che spesso salvano cani abbandonati in condizioni disastrose. In India purtroppo, questi casi, sono a migliaia.
I volontari dell’associazione indiana, recentemente, hanno salvato un cane colpito dalla rogna. Le condizioni erano veramente pietose, tanto che disperavano di poterlo salvare. Quando lo hanno trovato, l’animale era tutto raggomitolato in un angolo, non si riusciva neppure a sfiorarlo da tanto dolore provava. Il pelo non c’era più e le ferite che ricoprivano il corpo erano purulente. Era completamente disidratato e denutrito, sicuramente il dolore non gli permetteva più di procacciarsi acqua e cibo. Con estrema delicatezza i volontari hanno preso questo cane, che hanno chiamato Heider, e lo hanno portato al rifugio dove hanno incominciato una serie di terapie che, in sei settimane, lo hanno completamente trasformato. Bagni antibatterici, unguenti lenitivi, cibo, acqua, antibiotici e amore. Dopo la prima settimana, che è apparsa la più dura, i volontari hanno visto che Heider migliorava di giorno in giorno, riacquistando la voglia di nutrirsi e di farsi coccolare. Il contatto non gli dava più dolore, ma gli faceva un piacere immenso e gli regalava gioia. Grazie al lavoro fatto dai volontari, si fa fatica a credere che sia lo stesso cane di prima. Ora è sano, bello, forte e dolcissimo. I membri dell’associazione dicono che è diventato un vero coccolone e che, anche durante la terapia, anche se aveva dolore, non ha mai opposto resistenza, sapeva che gli stavano salvando la vita.