Mamma oca raccoglie più di 40 cuccioli e li difende come se fossero suoi
La maternità nel regno animale, come negli umani, si manifesta con grandi gesta d’amore. L’istinto porta le madri, a volte, a accudire cuccioli di altri animali, proprio come se fossero i loro, proprio come è successo a questa mamma oca.
In Canada, sulle sponde del fiume Saskatchewan a Saskatoon, è stata ripresa una mamma oca che ogni giorno portava sempre più figli con lei.
Una mamma premurosa
A raccontare questa incredibile scoperta è stato Mark Digout, un ragazzo che ama fare delle bellissime passeggiate immerso nella natura con il fine di fare delle fotografie interessanti all’ambiente che lo circonda. Durante una delle sue esplorazioni, Digout inizia a notare un sacco di uova di oca appena schiuse, durante il periodo di maggio. La sua attenzione, però, ricade su una mamma oca in particolare.
Infatti, quest’ultima girava per il circondario con le ali stracolme di piccoli pulcini appena nati. Proteggeva la bellezza di 16 pulcini, ma questo non è tutto. Digout decide di tornare nei giorni successivi per vedere se il numero delle uova schiuse aumentasse di continuo e, in questo modo, ha fatto una scoperta formidabile. Infatti, ha scoperto che in realtà le uova aumentavano giorno dopo giorno, arrivando in fine al numero di circa 47 pulcini appena nati.
Il bello, però, è che in realtà la mamma non era una sola, ma i piccoli erano il risultato delle covate di 3 famiglie ben distinte. Facendo una ricerca un po’ più approfondite all’interno del mondo dell’etologia animale, si viene quindi a scoprire che è molto comune tra le oche, come anche negli altri volatili, prendersi cura dei piccoli di altre mamme del proprio gruppo a turno. L’obiettivo di questa alternanza è di permettere ai genitori, a turno, di riposarsi quanto più possibile, facendosi quindi da balie incrociate l’uno con l’altro.
Si tratta di uno dei tanti stratagemmi che la natura mette in piedi per permettere a tutti di sopravvivere quanto più possibile all’interno del mondo impervio che ci circonda. Nonostante le tante osservazione, alla fine Digout stesso ha iniziato a non riuscire più a distinguere le oche più anziane da quelle più giovani, dato che tutte si comportavano sempre come un’unica grande famiglia.