“Il mio cane stava morendo, non potevo restare lì a guardare, così ho agito pur sapendo le conseguenze. Non importa se sono finito in prigione, lo rifarei, senza pensarci due volte” Ecco la storia di Jarrod…
Spesso ci si chiede se le leggi siano fatte con il buonsenso e, in particolare, se siano imposte solo a chi si comporta eroicamente.
Questa storia rasenta il paradossale ed è avvenuta a Neshville in Tennesee. Una palazzina con alcuni appartamenti, improvvisamente, prende fuoco e le fiamme divampano velocemente, tanto che all’arrivo dei pompieri mezza costruzione era distrutta.
Jarrod Martin abita in un appartamento di quella palazzina e sa che il suo cane è chiuso in casa. Il fuoco avanza e lui non vede altra soluzione che saltare il cordone della polizia e correre a salvare il suo amico.
Non avrebbe rispettato un divieto che avrebbe portato alla morte sicura del suo animale. Correndo raggiunge la costruzione e salta sul suo balcone che, fortunatamente, è al primo piano. Sfonda un vetro con un’asta e entra per prendere il suo fedele amico che già stava soffrendo per il fumo e il calore, ma con un balzo salta fuori.
Jarrod ha rischiato la vita per chi ama veramente! “Per loro il mio cane è ‘solo un cane’, per me è famiglia. Non importa se sono finito in prigione, lo rifarei, senza pensarci due volte”
Appena tornato all’esterno, ha controllato che il cane non fosse ferito e che respirasse bene: il tempo di rialzarsi ed ecco che arrivano i poliziotti che lo dichiarano in arresto per non aver rispettato il divieto di avvicinarsi alla costruzione in fiamme.
Jarrod, che ha anche una moglie e una figlia, è stato liberato dietro pagamento di una multa, ma non si sente per niente pentito di quello che ha fatto e tornerebbe a farlo ogni volta che il suo compagno è in pericolo.
Chi ama veramente un animale sarebbe disposto a fare quello che ha fatto questo ragazzo perché al bene non ci si può mettere nessun limite e la dimostrazione è nel fatto che tutti hanno tifato per lui. Anche i vigili del fuoco hanno cercato di aiutarlo indirizzando il getto dell’acqua nella sua direzione per permettergli di compiere l’atto eroico.