“Non so cosa ci avrebbe fatto quel folle se non ci fosse stata la mia cagnolina Camie e non so se si rende conto di quanto gli dobbiamo. Si stanno avvicinando i suoi ultimi giorni e soffro a vederla così debole ma la porterò sempre nel mio cuore.”
Purtroppo, negli ultimi anni, si legge sempre più spesso di uomini che uccidono le compagne o ex perché pensano che tutto sia loro e abbiano diritto di vita o di morte su chi ha avuto la disgrazia di incrociare il loro cammino e innamorarsene.
Sono tantissime le donne che vivono una relazione violenta e distruttiva perché hanno paura di affrontare quello che potrebbe succedere se s’interrompesse questo assurdo filo. Le tutele per le donne che vanno a denunciare abusi da parte del marito, fidanzato, convivente o ex, in qualsiasi parte del mondo, sono poche o addirittura nulle.
Basta vedere quello che succede in Italia per capire che una donna è lasciata sola al suo destino se decide di abbandonare una vita piena di soprusi.
Questa storia racconta la vita di una donna con un compagno violento. Tutti sapevano che lui era uno psicopatico folle, ma la sua compagna era finita col vivere in un mondo parallelo e non si rendeva conto, o non voleva farlo, di quanto lui fosse pericoloso.
Un giorno però la donna esce dal suo torpore e decide di mettere la parola fine a quella relazione insensata. Scappò e si rifugiò a casa di amici. Lui la seguì, ruppe un vetro ed entrò in casa. Nessuno in casa (c’era solo un’altra donna) ha avuto il coraggio di affrontarlo. Sembrava una belva inferocita. Ha immobilizzato le donne e gli ha gridato in faccia tutto quello che gli avrebbe fatto. Intanto gli dava dei pugni e le aveva legate. Le donne erano impietrite.
Fortunatamente Camie (un pitbull misto labrador, cane della proprietaria di casa) si scaglia contro la porta ed entra nella stanza. Normalmente Camie è un cane docile e giocherellone, ma quando ha visto la sua padrona e la sua amica in pericolo si è trasformato. Si era tagliato per entrare dalla porta ma nulla lo fermava, digrignava i denti, la bocca sbavava gli occhi erano pieni di rabbia. In un attimo si è avventato sull’uomo mordendolo in più riprese.
In quel momento dal garage giunge un rumore. Era il padre umano di Camie che rientrava. In quell’attimo di distrazione, l’uomo cerca di scappare, ma Camie non lo permette e lo spinge in un angolo ringhiandogli contro. L’uomo dal garage, intanto, ha capito che qualcosa non funziona si fionda in casa con una pistola in mano.
Quando l’uomo ha visto la situazione, ha chiamato la polizia che è intervenuta subito e ha portato via l’assalitore che non era nuovo a queste esperienze e aveva accumulato già diverse denunce.
Camie è stata curata dalle ferite, ma è passato tanto tempo e adesso sta invecchiando. Le donne sanno che gli devono tutto e vederla svanire pian piano gli provoca un dolore ancora più forte.