“Non so quanto abbia sofferto, non so se hanno deciso di ucciderla o se è capitato. Non so che male avesse fatto. So che ora non c’è più. Sull’asfalto resta quel sacco, tutto graffiato, resta del sangue, resta la sua vita e un po’ della nostra.”
“Noi amavamo lei… amavamo perchè adesso lei non c’è più perché un essere ignobile ha deciso di farle del male. L’ha presa, l’ha chiusa in un sacco e l’ha lasciata a bordo di una strada dove è stata trovata dopo due settimane dalla sua scomparsa. Non so quanto abbia sofferto, non so se hanno deciso di ucciderla o se è capitato. Non so che male avesse fatto. So che ora non c’è più. Sull’asfalto resta quel sacco, tutto graffiato, resta del sangue, resta la sua vita e un po’ della nostra.”
Queste sono le parole che mi ha scritto Guia, la mamma umana di una cagnolina che adesso non c’è più. Mi hanno talmente colpito le sue parole che ho deciso di fare un articolo e raccontarvi l’intera vicenda, chiedendovi di stringervi intorno a Guia e alla sua famiglia in questo momento di dolore.
Siamo a Soresina, in provincia di Cremona. Le parole che seguono sono di Guia… è il suo racconto… uno strazio che ci ha squarciato il cuore e che, per Birba, abbimo voluto condividere con voi.
“Birba, una mattina di circa tre settimane fa è scappata di casa, forse. Dico forse perchè ora non siamo più nemmeno così sicuri sia scappata di sua spontanea volontà. Abbiamo subito sporto denuncia alla veterinaria e diramato foto ovunque. Nei giorno seguenti alla sua scomparsa abbiamo ricevuto telefonate di avvistamenti ma, al nostro arrivo nel luogo indicato, non c’era nessuna traccia di lei.
Lunedì abbiamo ricevuto la terribile telefonata dalla veterinaria: “Buongiorno, mi hanno chiamata i carabinieri, hanno ritrovato Birba chiusa in un sacco nero a bordo di una strada poco distante da casa sua”. Il sangue ci si è gelato. Eravamo certi fosse lei perchè aveva il microchip. La veterinaria ha eseguito l’autopsia, “femore fratturato” dice il referto. Ci siamo precipitati da lei per l’ultima volta.
Abbiamo poi voluto vedere il luogo del ritrovamento e lì, in terra ancora, giaceva il sacco con il suo sangue e i suoi graffi all’interno. Abbiamo capito che la ferocità umana è tra noi. Lei era una cucciola di soli due anni amata dai bambini per la sua dolcezza… circondata da amore. Non so cosa sia scattato nella testa di quel mostro per fare ciò che ha fatto a Birba. So solo che ora un angelo peloso veglierà su tutti i bimbi che ha fatto giocare e sulla nostra famiglia.
Ti amiamo tanto Birba. Guia, Dafna e Mauro.”