Posta un selfie su Facebook con il suo cavallo poco dopo si ritrova la polizia in casa e portano via il cavallo, lei denunciata e insultata…il motivo? Da non credere veramente!

La giovane amazzone Charlotte scatta una foto di lei con il suo cavallo e la posta sul suo profilo facebook. Poco sopo si ritrova a casa la polizia con l’associazione protezione animali.

L’accusa? Maltrattamento, si perché il cavalle è in evidente stato di malnutrimento e la giovane anche piuttosto in sovrappeso. Il povero Abbey avrebbe fatto uno sforzo assurdo per poter passeggiare la signorina Charlotte, la quale, furbamente, usava coprire le ossa sporgenti del poverino con un mantello, così da non attirare i commenti su di lei.

Il cavallo è stato affidato al rescue dove passerà i suoi anni in libertà e sotto stretta sorveglianza dei veterinari e dei volontari. Non verrà mai cavalcato a causa dei danni subiti alla schiena a causa del sovrappeso e delle cattive condizioni in cui era stato tenuto. Charlotte è stata condannata dal giudice, il quale ha ritenuto doveroso puntualizzare proprio il disinteresse della signorina sul fatto della magrezza del cavallo e del suo eccessivo peso…Sicuro non c’era amore verso Abbey da parte sua e dovrà inoltre scontare 12 mesi in comunità, 160 ore di lavoro sociale, 300 euro di multa, pagamento delle spese processuali e cosa ultima ma importantissima, il divieto di avere animali per almeno cinque anni.

Il giudice forse è stato indelicato a puntualizzare il peso della giovane ma se pensiamo veramente al cavallo, animale molto affettuoso e intelligente che ha subito realmente mancanze giornaliere da parte di Charlotte forse, è giusto anche che sia stata mortificata dal magistrato…parliamo di cibo scarso e cure inesistenti andate avanti per anni, infatti Abbey era stato un regalo per la giovane amazzone quando ancora era una ragazzina.

Evidentemente 10 anni di crescita insieme non sono serviti a consolidare un amore tra di loro, neanche la tenerezza di curare le ferite alle zampe o dare un po di fieno in più. Risolveva tutto coprendo quelle povere ossa sporgenti!

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