Presidentessa di un rifugio per la protezione degli animali, viene accusata di aver messo fine alla vita di 2200 animali.
Carmen Marín, è il presidente della protezione animali del Parco Torremolinos, un rifugio di proporzioni molto estese che ospita migliaia di animali in Malaga, lei è accusata di aver ucciso circa 2.200 animali.Questa donna nega tutte le accuse contro di lei e afferma di essere un amante degli animali e anche di soffrire di fobia per le iniezioni. “Se mai dovessi aiutare a fare una puntura dovrei distogliere lo sguardo”, dice Marin.
Marin ha detto che in tre anni sono stati messi a dormire solo 283 animali, e che si sono anche congratulati per il numero basso di uccisioni. I veterinari sono responsabili di decidere quando va effettuata l’eutanasia, ma la donna dice di aver sempre cercato di salvare il maggior numero di animali possibile, anche se per loro era più comodo diminuire il numero di animali a carico.
Per quanto riguarda il suo ruolo nella Animal Park, Marin dice che è sempre stata interessata al benessere degli animali e che li tiene sempre puliti e presentabili perché possano trovare più facilmente una casa.
Si presume che questa donna applichi per suo conto delle iniezioni di eutanasia in piccole dosi sugli animali per risparmiare denaro, indipendentemente dalle sofferenze e tormenti che avrebbero provato quelle povere creature a causa del basso dosaggio.
Un dipendente della protezione animali della Animal Park è anche lui accusato come Marin e come lei, ha negato i fatti.
Quando la Guardia Civile si è presentata nei locali del Animal Park, hanno trovato centinaia di cani che giacevano esanimi al suolo.
Inoltre, uno dei veterinari ha detto che nell’Animal Park, ogni Lunedì, si svolgevano delle vere “sessioni di sterminio” e, pertanto, hanno deciso di fare delle registrazioni del gran numero di cani morti per sostenere le loro accuse contro Marin.
Inoltre, i veterinari dicono che quando sterminano i cani mettono la musica a volume alto nel centro per evitare che si sentano i lamenti di sofferenza degli animali, che incluso venivano messi dentro i sacchi quando erano ancora in vita.
Marin rischia una condanna di quattro anni di carcere per aver commesso atti di maltrattamento di animali, e documentazioni false. Speriamo che la verità venga a galla e che la misera pena di 4 anni di carcere venga modificata in maniera più adeguata.