Rupave era tenuto legato a un albero con una catena arrugginita. Le sue zampe erano così infette che, poco tempo dopo, si necrotizzarono. I suoi aguzzini lo avevano lascito lì per morire e sarebbe sicuramente morto se Cintia, la sua salvatrice, non fosse arrivata. Ma l’inferno, per lui, non era finito. Una volta portato in clinica il veterinario dovette
Rupave è un cane molto coraggioso, quanto sfortunato: a causa dei maltrattamenti subiti nel 2013, ha perso tutte e quattro le sue zampe, finendo a “El Campito Refugio”, un rifugio argentino dove, al confronto di altri canili, non si pratica l’eutanasia sui cani disabili o con problemi seri di salute.
Questo rifugio, infatti, è definito un santuario nelle altre parti del mondo, in quanto ospita un centinaio di cani invalidi, più di 50 ciechi, trecento cani anziani e un altrettanto centinaio di cani con malattie in stato terminale, sottoposti a cure palliative.
Più di 700 animali in totale non sono pochi! Rupave è stato salvato da Cintia, una ragazza che ha dovuto addentrarsi nell’inferno per salvarlo: il cane si trovava su una montagna, in una zona usata per la caccia, solo a morire lentamente e dolorosamente.
Era legato ad un albero con una catena e, una volta liberato, aveva evidenti problemi a camminare: le sue zampe erano così infette che poco tempo dopo si necrotizzarono, tanto da doverle amputare tutte. Accanto a lui c’era un cucciolo di volpe, anche lui legato con una pesante catena. Le sue condizioni erano gravissime e il cucciolo di volpe morì poco dopo essere stato salvato.
Una volta portato dal veterinario, Rupave ricevette tutte le cure necessarie e i calmanti in modo che non sentisse dolore dopo ciò che aveva provato.
Probabilmente non possiamo neanche immaginarlo… L’amputazione delle zampe è avvenuta in modo intelligente: la parte rimossa era sotto il ginocchio, così da poter utilizzare eventuali protesi in futuro!
Mentre Rupave si riprendeva a fatica, una famiglia si innamorò della sua storia e del suo sguardo triste, decidendo che non lo avrebbe mai abbandonato.
Per loro, il cane era un esempio di lotta e coraggio, dopo tutto ciò che aveva passato: così, una volta rimessosi in forze, Rupave fu adottato all’età di appena due anni. Immaginatevi che shock deve essere per un cucciolo vivere un incubo come il suo!
Ma per fortuna, la sua nuova famiglia è riuscita a fargli apprezzare veramente la vita che non aveva mai vissuto.