Sapete cosa hanno in comune i Dobermann con gli esseri umani? La scoperta è davvero straordinaria

Uno dei rapporti che vediamo con maggiore frequenza con gli animali è quello che ha per protagonisti le persone e i cani. Tra di loro nascono dei veri legami, solidi e profondi. Il cane viene definito infatti il migliore amico dell’uomo proprio per questo motivo. Ogni cagnolino ha le sue caratteristiche e alcune razze si prestano maggiormente ad essere per esempio più giocherellone o più energiche. Oggi vi sveliamo un lato che accomuna i Dobermann agli esseri umani. Non si tratta solo di relazioni tra di loro, ma proprio di un particolare che è presente in entrambi.

Grazie al lavoro di alcuni ricercatori dell’Università di Helsinki e del Folkhälsan Research Center è stato messo in luce un fattore davvero curioso e particolare che accomuna la razza di cane Dobermann con gli esseri umani. Si tratta di genetica e di malattie che riguardano l’apparato cardiovascolare.

In particolar modo gli studiosi hanno reso noto il background genetico della cardiomiopatia dilatativa, una malattia purtroppo diffusa sia nelle persone che nei Dobermann. In questo caso succede che il muscolo cardiaco si ingrandisce generando tanti problemi di salute.

Lo studio condotto dai ricercatori ha messo in luce la presenza di due genomici vicini che condizionano il metabolismo energetico, il funzionamento e la struttura del muscolo cardiaco. La rivista Genome Medicine ha pubblicato la ricerca che si è basata sull’analisi di oltre 500 Dobermann. Questi geni sono gli stessi che causano malattie del muscolo cardiaco negli esseri umani.

Si tratta di una scoperta davvero incredibile perché dimostra che, parlando di genetica, la malattia ha carattere ereditario. “La situazione con i Dobermann è grave sia per la loro salute che per l’allevamento. Sono necessari strumenti diagnostici migliori, soprattutto per la diagnosi precoce“, sottolinea il professor Hannes Lohi, il principale ricercatore del progetto.

La speranza quindi è quella di trovare un test per diagnosticare precocemente questa malattia ed evitare che continui a trasmettersi.

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