Parla per la prima volta Gianluca, il giovane accusato di aver avvelenato e filmato i suoi cani agonizzanti:”Nessuno mi ha dato la parola, i miei cani non si sono potuti difendere, hanno pagato loro perché io giorni prima…. “
L’accusa è infamante per chiunque ma per lui, un diciannovenne che dedica la sua intera vita agli animali lo è ancora di più.
Nessuno ha mai chiesto la sua versione dei fatti, come mai, eppure ha lasciato il suo profilo aperto, “Sono sempre a casa, se volete la verità venite e chiedete!” Così, Gianluca Di Martino si offre in pasto ai leoni, viene insultato e additato ma perché nessuno pubblica la sua verità? Una lunga telefonata la nostra:” Li amo da sempre, non ne lascerei uno in strada a costo di portarlo a spalla, se un cane ha bisogno di aiuto io ci sono, ecco perché ne erano 14 di cani.
La mia vita è stata sempre in salita, la mia omosessualità l’ho pagata con lacrime e solitudine, tanti insulti e umiliazioni dalle persone care, per questo ho scelto di dedicarmi ai cani e gatti, perché sono migliori di coloro che ho incontrato nella mia strada..
Avevo realizzato quel piccolo rifugio con le mie poche possibilità e tanta fatica, erano 17 giorni che esisteva, ogni pezzo di rete, ogni ciotola era messa con amore. I miei vicini si lamentavano così avevo sistemato i cani lì, andavo tutti i giorni e stavo ore con loro, mi facevo 40 minuti di strada in motorino, poi li pulivo e accudivo, una passeggiata al lago e sull’imbrunire li rimettevo al sicuro e tornavo a casa dove c’è, da sempre, solo mia nonna ad aspettarmi.
Quel maledetto 13 settembre le cose sono andate così, arrivo al rifugio alle 11,30 circa, una mezz’ora per sistemare pappa e acqua e poi ritorno a casa per pranzo, questa era la routine, quando torno alle 14,40 circa trovo l’inferno, 5 cani morti, uno agonizzante e gli altri sconvolti a terra! Mi sento morire, come una mamma davanti alla morte di un figlio, chiamo i carabinieri, loro avvertono la Asl e io chiamo la mia amica volontaria di Milano, lei mi dice di fare un video perché altrimenti nessuno mi avrebbe creduto, io ero a pezzi ma l’ho fatto perché lei insisteva che la gente doveva sapere, quella è stata la mia condanna! I Carabinieri e la Asl fanno i rilievi e vanno via, manca Skipper all’appello, il simil San Bernardo non c’è ne vivo ne morto.
Mi giro e Maya inizia a star male, la volontaria insiste di nuovo che devo girare il video anche a lei agonizzante ma sta troppo male e dopo 33 secondi chiudo e mi metto il cane tra le gambe sul motorino e corro più veloce possibile dalla veterinaria.
Morirà davanti al suo studio, c’era gente che mi ha visto! Quel video lo invio privatamente alla volontaria mia amica due giorni dopo, lei lo pubblica accusandomi di mancato soccorso! Questo è ciò che è successo quel giorno, è l’inizio della fine della mia vita, non posso uscire più, vengo insultato e minacciato, nessuno mi chiede la mia versione. Striscia la Notizia ha mandato Edoardo Stoppa che mi ha detto, dopo aver visto cani e gatti in condizioni disastrose per tutto il territorio che la situazione effettivamente è gravissima da me!
Io non sto mai zitto, denuncio chi maltratta i cani, denuncio chi li tiene a catena, io non mi faccio i fatti miei perché spero in un futuro migliore per questi poveri innocenti, chi li ha uccisi li conosceva, 14 cani non avrebbero fatto entrare uno sconosciuto, la mano infame mi è vicina! Loro hanno pagato il prezzo della mia voglia di giustizia, non si sono potuti difendere e chi è sopravvissuto non può raccontare. Da quel giorno io sono morto moralmente, 7 cani SEPPELLITI, due gatti sono spariti, Skipper è scomparso nel nulla,
Orfeo mi è stato rubato davanti gli occhi e nessuno ha avuto la voglia di chiedermi qualcosa!”
Poi racconta di Stoppa e di quella giornata, non si è sentito accusato da lui e se fosse uscito fuori qualcosa di diverso? Avete pensato a questo? A qualcuno di voi è venuto in mente che questo ragazzo di 19 anni potrebbe essere vittima di un branco di imbecilli che con falsi profili e non ha innescato una bomba a orologeria? Perché li avrebbe uccisi? A quale scopo salvarli cercare loro una famiglia e poi avvelenarli? Certo, seguire il branco è sempre più facile e piacevole, da che mondo è mondo la squadra vince sempre e la cattiveria regna sovrana nell’animo umano. Gianluca è disposto a parlare pubblicamente dell’accaduto, intanto vive quasi recluso grazie agli imbecilli che continuano a insultarlo, anche i manifesti vengono affissi.
Addirittura è stata indetta una manifestazione per assediare la strada dove abita, ma con quale diritto tanta gente, capeggiata da una volontaria o pseudo, a detta di Gianluca, fa questo, senza avere una misera prova della follia di questo diciannovenne? Nessuno ha mai dato la possibilità a questo ragazzo di parlare, certo lui spiattellerà tutto, conversazioni e nomi, crede profondamente nella giustizia e nella possibilità di vivere un giorno in un mondo migliore con i suoi animali di fianco! Ricordatevi che di verità ce n’è sempre una sola!
Grazie Gianluca