Troupe televisiva salva una cagnolina da un’alluvione e scopre che subiva maltrattamenti (VIDEO)
Qualche tempo fa una vasta regione del Texas (USA) è stata colpita da una violenta alluvione. Le precipitazioni hanno causato un gran numero di sfollati , oltre che ingenti danni a spazi privati e pubblici. Anche se non mancano persone preposte alla messa in sicurezza degli animali, in questi casi le operazioni di salvataggio si rivolgono prevalentemente agli umani. Così, purtroppo questi fenomeni meteorologici estremi mettono davvero a repentaglio la vita di cani, gatti e tante altre specie.
Ovviamente, gli animali più in pericolo sono quelli randagi, o in generale gli esemplari che vivono in condizioni di incuria e non ricevono la protezione dei proprietari. E’ il caso di questa cagnolina di nome Archer, che nei giorni dell’alluvione era impossibilitata a salvarsi a causa delle pesanti catene che aveva al collo. I padroni, dunque, non solo non si sono interessati al salvataggio dell’animale, ma a quanto pare lo maltrattavano tenendolo incatenato.
Il localizzamento della cagnolina, infatti, è avvenuto del tutto casualmente. Una troupe televisiva si trovava su una piccola zattera per realizzare delle riprese per un servizio, quando ha notato che un animale si muoveva con molta difficoltà nell’acqua. Archer era sommersa da acqua, fango e detriti, e rischiava di annegare se qualcuno non se ne fosse occupato al più presto. Così, senza pensarci un attimo un membro della troupe si è tuffato nell’acqua e ha recuperato lo sfortunato esemplare.
Immediatamente il personale televisivo si è messo in contatto con le autorità locali, che hanno consegnato la cagnolina al rifugio KPRC. Subito dopo la condivisione della sua storia da parte dei membri del rifugio, una famiglia si è recata alla Società di protezione per incontrare Archer. Fra la cagnolina e la nuova famiglia è stato amore a prima vista! Finalmente ora Archer potrà vivere circondata da tutto l’amore che merita, protetta da qualcuno che non si dimenticherà mai più di lei.
