Uno scimpanzé incatenato a un albero per anni abbraccia il suo salvatore
John Grobler, un giornalista che ha visitato l’Angola, si è trovato davanti ad una scena straziante: un scimpanzé era stato incatenato a due alberi e non poteva muoversi da lì senza un aiuto.
L’animale era malnutrito e maltrattato, così Grobler ha deciso che doveva aiutare il primate a tornare ad una vita decorosa. L’animale era ridotto in quello stato in un parco privato di Huambo: Farm Por do Sol.
Lo scimpanzé si chiama Leila e ha 4 anni e mezzo. L’animale era in quelle condizioni di diverso tempo e nessuno si prendeva cura di lui!
John ha incominciato a chiedere ai locali notizie su Leila e ha scoperto che qualcuno l’ha venduto al proprietario del parco quando era ancora un cucciolo e da allora è in quelle condizioni e la mamma di Leila era stata uccisa, probabilmente per la carne che, da quelle parti, è considerata prelibata.
Era legata lì, senza nessuna protezione dal sole, un rifugio dove riposare, cibo scarso e mai controllata da un veterinario.
Il cibo gli arrivava solo dalle persone che entravano nel parco, ma quello che gli veniva dato non era cibo salutare per una scimmia come pollo fritto, pasta, patatine e birra. Per dissetarsi beveva la sua stessa urina!
Osservando bene Leila, John si accorge che ha anche una brutta cicatrice sulla testa, probabilmente era stata colpita da un machete.
Il tempo a disposizione di John in Angola, stringe, ma lui non vuole andar via senza aver prima salvato Leila. L’uomo sa che non sarà facile, in Angola c’è una forte corruzione e dovrà trovare la persona giusta da coinvolgere.
Per prima cosa ha trovato una sistemazione a Leila, una donna in Namibia che cura i scimpanzé orfani. Dopo si è mosso per ottenere un ordine di confisca. In seguito ha preso Leila e l’ha portata dal veterinario per controllare le condizioni, se poteva viaggiare e quali vaccini doveva fare. Sistemati i vaccini, ha potuto fare il passaporto degli animali e ha fatto costruire una gabbia specifica per portare Leila nella sua nuova casa.
Wild Heart Wildlife Foundation ha raccolto dei fondi per sovvenzionare l’opera di John. In attesa di partire, l’uomo ha nutrito il scimpanzé con noci di cocco, alimenti molto proteici e acqua a volontà. Si sarebbe messa in forma ed avrebbe affrontato meglio il viaggio.
Leila appariva molto diffidente verso il cibo che non conosceva e questo fa pensare che, in passato, qualcuno avrebbe potuto cercare di avvelenarla.
Quando è arrivato il momento di partire, Leila sembrava capisse che le torture a cui era stata sottopsota, erano finite!
Una volta a casa di Dalene a Luanda, in Namibia, è iniziata la sua nuova vita. John vorrebbe trasferirla al Chimfunshi Wildlife Orphange dove, dopo due anni di vita in una zona protetta, potrebbe a tornare a vivere in libertà. La cosa importante è che Leila ora è al sicuro e ha ringraziato il suo salvatore con un lungo abbraccio.